PROPOSED PAPERS/SESSIONS/ROUNDTABLES

ALREADY APPROVED

AATI @ Palermo

 DATES: June 28-July 3, 201

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PROPOSED PAPERS/SESSIONS/ROUNDTABLES

ALREADY APPROVED

AATI @ Palermo

DATES: June 28-July 3, 2017

Accepted Sessions:

 

Formazione dei formatori: didattica IL2 e full immersion”

Segreteria SISLecce” segreteria@sislecce.it

Obiettivo degli interventi di questo panel è quello di evidenziare il ruolo della cosiddetta “full immersion” nei processi di acquisizione dell’italiano come lingua straniera. Ma che cose si intende per full immersion? E come si può ‘usare’ per migliorare l’aspetto motivazionale dell’apprendimento della lingua? Come si può usare la full immersion per scopi didattici? Si pensi al rapporto con gli autoctoni che incontrano quotidianamente e al di fuori dell’ambiente accademico. Si pensi alla conoscenza del territorio visitato durante le escursioni. Si pensi all’uso gergale della lingua o al dialetto italianizzato a cui sono esposti gli studenti che risiedono, anche se per un breve periodo, in Italia. L’italiano effettivamente parlato dai nativi e l’italiano standard insegnato nelle classi di IL2 pongono il problema dell’incontro di due lingue che, pur avendo uno statuto sociolinguistico diverso, si influenzano a vicenda innescando particolari meccanismi soprattutto nel momento in cui inseriamo tale fenomeno nel quadro della differenza della formazione dei formatori all’estero e in Italia.  In questa ottica assume rilevanza diversa anche la valutazione dell’errore e la valutazione del livello di acquisizione della lingua. 

  1. \(MOVED TO ACCEPTED PAPER PROPOSALS)  Sicilia: sul mito, le mistificazioni e i giochi di specchi

Si prega di inviare delle proposte di circa 250 parole, accompagnate da una breve nota biografica a Alessandro Adorno (director@babilonia.it )

Sulla Sicilia è stato scritto tutto e di tutto.

Perché si è scritto così tanto? Perché questa gara a darne una definizione identitaria, spesso stereotipata e, a tratti, persino geo-somatica e para-lombrosiana? Questo paper si pone l’obiettivo di approfondire le origini di questa corsa alla rappresentazione e alla definizione dell’immagine della Sicilia e dei siciliani.

                  Ognuno ha cercato una “sua” idea di Sicilia, come mondo interiore ed ispirazione artistica, non tanto nella realtà, quanto nella sua rappresentazione. Nel corso di poco più d’un secolo sulla Sicilia si è prodotta una grande quantità di stereotipi, spesso in contraddizione tra loro, alcuni dei quali rifiutati dalla popolazione locale, ma in altri casi incorporati e adoperati in gran copia. 

                  E’ corretto interpretare tutte queste diverse facce come identità diverse? Oppure sono soltanto le diverse “rappresentazioni” di un’immagine multipla, filtrata dai media, prodotta altrove e proiettata sulla Sicilia intendendo per “rappresentazione” il principio secondo cui ciò che vediamo è essenzialmente ciò che noi vogliamo vedere? Forse perché, parafrasando Sciascia, il cinema (e la letteratura) si interessa della Sicilia perché la Sicilia è cinema (e letteratura)?

Dicono gli atlanti che la Sicilia è un’isola e sarà vero,

gli atlanti sono libri d’onore.

Si avrebbe però voglia di dubitarne, quando si pensa che al concetto di isola corrisponde solitamente

un grumo compatto di razza e costumi,

mentre qui tutto è mischiato, cangiante,

contraddittorio, come nel più composito dei continenti.

Vero è che le Sicilie sono tante, non finirò di contarle.

Vi è la Sicilia verde del carrubo, quella bianca delle saline,

quella gialla dello zolfo, quella bionda del miele,

quella purpurea della lava.

Vi è una Sicilia “babba”, cioè mite

fino a sembrare stupida; una Sicilia “sperta”, cioè furba,

dedita alle più utilitarie pratiche della violenza e della frode.

Vi è una Sicilia pigra, una frenetica; una che si estenua

nell’angoscia della roba, una che recita la vita

come un copione di carnevale.

Una, infine, che si sporge

da un crinale di vento in un accesso di abbagliante delirio… (Gesualdo Bufalino)

La sessione è aperta ad ogni contributo su tema.

  1. ROUNDTABLE: The Present and Future of Italian: What can be done?

Enza Antenos, Montclair State University, antenosconfe@montclair.edu

Alessandro Martina, University of Wisconsin-Madison, martina2@wisc.edu

At the second edition of the Joint Action for the Italian Language in the World in October 2016, Deputy Foreign Minister Mario Giro provided the most recent data on foreigners and the study of Italian. “Foreigners who are studying Italian around the world are now 2.3 million. Two years ago they were 1.5 million. The constant growth in interest for our language worldwide represents a fantastic factor for projecting the image of Italy, enhancing its economic, cultural appeal abroad, also as a tourism destination.” Yet the reality of what is happening in the study of foreign languages at American universities is in stark contrast to the international data. In the U.S., according to the last survey published by the Modern Language Association, the study of foreign languages decreased 6.9% from 2005 to 2013. In that same period, Italian enrollments decreased by 11.3%.

The purpose of this session is twofold. First, it aims at presenting a survey of Italian programs and an understanding the market for Italian classes by data collected on student enrollments, attrition rates, and declared majors other than Italian. Next, the presenters will propose the need for national cultural promoters that will establish a network of university departments and programs, together with associations and organizations here and in Italy, to solidify existing relationships and create new ones, to develop new synergies with various agencies both internal and external to the university, and finally to develop a business plan to define future directions for Italian.

  1. Topografie letterarie. I luoghi nella poesia e nel romanzo italiano dal Novecento ai giorni nostri

Organizers: Domenica Perrone (Chair), Donatella La Monaca, Alba Castello, Natalia Librizzi, Luciano Longo (Università degli studi di Palermo)

alba.castello@alice.it; alba.castello@unipa.it

natalialibrizzi@gmail.com; natalia.librizzi@unipa.it 

Il panel propone di indagare la relazione tra “reale, finzione e spazio” e di approfondire lo studio di opere e autori della letteratura italiana contemporanea secondo un principio di geografia e storia, nella convinzione che per ricostruire una storia letteraria sia indispensabile collocare in uno spazio culturale concreto gli scrittori, i poeti e gli intellettuali. Ci si propone di dare conto, pertanto, del contesto storico-ambientale in cui maturano le esperienze letterarie degli autori cercando di restituire la trama di scambi e incontri verificatisi, sia sul piano sincronico che sul piano diacronico, in determinati luoghi. In tale prospettiva, si vuole dare rilievo alle circostanze, alle situazioni, alla dimora vitale che stanno dietro al testo letterario e ne chiariscono la genesi, la diversa e peculiare formalizzazione.

Si individueranno nei testi, come ha insegnato Dionisotti, “le condizioni che nello spazio e nel tempo stringono ed esaltano la vita degli uomini”, tenendo conto degli esiti più aggiornati offerti della geocritica di Bertrand Westphal. Sulla base di tale consolidato orizzonte di studi, il panel intende riformulare la riflessione sulle mappe letterarie e attualizzarla dal punto di vista critico-metodologico facendo eventualmente riferimento anche alle nuove possibilità di analisi e applicazione offerte dalle Digital Humanities.

In particolare il panel si propone di approfondire: 

la geografia letteraria della penisola italiana e il protagonismo di luoghi e scrittori che dal Novecento ad oggi ne hanno offerto delle significative rappresentazioni con un particolare focus sugli autori siciliani;

le geografie letterarie che, nell’osmotica società delle migrazioni, sempre più si incontrano e convivono nei testi di uno stesso autore e che impongono una radicale riformulazione del rapporto tra luoghi e definizione identitaria (tenendo ben presente che nel tempo degli incessanti flussi migratori la condizione permanente del nomade porta gli scrittori a vivere gli spazi in una prospettiva mobile);

le geografie immaginarie che, pur non potendo essere ricondotte a luoghi reali, si prestano a spazializzare tensioni utopiche, visioni distopiche e mondi fantastici. 

  1. A Reevaluation of Giovanni Meli. 

Si prega di inviare non oltre il 10 marzo 2017 delle proposte di circa 250 parole, accompagnate da una breve nota biografica a Gaetano Cipolla, gcipolla@optonline.net

Giovanni Meli was singled out by Giacomo Leopardi in the Zibaldone as one of two dialect writers whose work was destined to endure. The other writer was Carlo Goldoni. History has shown that Leopardi’s prediction was accurate regarding Goldoni, but Meli has not fared as well. While he enjoyed great popularity in his time and people in Sicily recited some of his poems by heart—his work was translated into many foreign languages and into several Italian dialects— history has not been very kind to Meli. While the 21st century has shown a renascence of interest in his work, as witnessed in 2015 by the very successful four-day conference in Palermo for the two hundred anniversary of his death, this scientist-poet who reflects in an exemplary way the political, social, cultural conditions of Sicily from the end of the eighteenth and the beginning of the Nineteenth centuries, is still a figure  that needs to be reevaluated in light of new studies on the social, economic and literary history of the Settecento. 

  1. Tavola rotonda – L’italiano in Ontario: i risultati di una ricerca, per una riflessione sulla lingua italiana in Nord America

Organizer: Simone Casini, Università per Stranieri di Siena / Università degli Studi della Tuscia

Chair: Michael Lettieri, University of Toronto Mississauga

Massimo Vedovelli, Università per Stranieri di Siena

Barbara Turchetta, Università per Stranieri di Perugia

Margherita Di Salvo, Università degli Studi di Napoli Federico II

Simone Casini, Università per Stranieri di Siena / Università degli Studi della Tuscia

Caterina Ferrini, Università per Stranieri di Siena

  1. Representations of Italian Romance Epic in Sicilian Folklore

Please submit a 200-250 word abstract in English or Italian by March 15th, 2017 to chris.picicci@csupueblo.edu 

Epic poetry of the Italian Renaissance extended from the refined palace courtyard to the public piazza, and left an indelible mark on literary, artistic and musical traditions through the centuries. Its literary success is due, in part, to how the poetry fluidly crosses boundaries between “high” and “low” culture and perennially entertains listeners, readers, performers, and spectators alike. Its influence on Sicilian culture, a breeding ground for multiple depictions of chivalric folk traditions, can be seen in puppet theatre, on panels of Sicilian carts, and in various artisanal souvenirs. This session aims to present aspects of Italian chivalric epic and its influence on Sicily’s cultural patrimony, and, at the same time, to consider how Sicilian folk art has perpetuated this phenomenon.  Representations of Romance epic characters and scenes within a Sicilian context are encouraged; adaptations of works by, and not limited to, Boiardo, Ariosto and Tasso are welcome.

  1. Jewish Culture within the Italian Landscape

Please send an abstract of 250 words, along with a brief biography and technology requests to Ryan Calabretta-Sajder, University of Arkansas, rcalabretta@gmail.com by March 7, 2017. 

The Jewish community is one of the oldest communities/cultures present within the Italian peninsula, spanning as many as two thousand years, dating back to the pre-Christian Roman period.  As such, Italian JewishIdentity has evolved in a unique manner, sharing diverse traditions related to religion, culture, history, and language while simultaneously remaining rather homogenous and often separate.  In 2016, the Jewish Culture in Italy remembered the 500th Anniversary of the Jewish Ghetto in Venice and 100th Anniversary of Giorgio Bassani’s birth (now the inauguration of the Centro studi bassaniani in Ferrara), one of Italy’s most noted Jewish Italian authors.  This panel aims to explore any intersection(s) of Jewish and Italian identity.  Some themes include, but are not limited to the following: 

  • •                Artistic blendings/mixings/etc. 
  • •                Jews enlisting in the Fascist party 
  • •                Jews of the Mediterranean 
  • •                Regionalism Judaism in Italy 
  • •                Jewish Italian writers/writings 
  • •                The underground 
  • •                Racial Laws in Italy 
  • •                Screening Jewish Italian Culture 
  • •                The Venetian Ghetto 
  • •                Giorgio Bassani 
  1. Gendering the Cinema of the South 

Please send an abstract of 250 words, along with a brief biography and technology requests to Ryan Calabretta-Sajder, University of Arkansas, rcalabretta@gmail.com by March 7, 2017. 

La questione meridionale has been a topic of both political and academic discussion for more than 100 years.  Some scholars maintain that Southern Italy is dominated in old-world, traditional, patriarchal values, while others including Gabriella Gribaudi in her piece entitled “Images of the South” (in Italian Cultural Studies: An Introduction) argues that the South is rather matriarchal in nature.   

Using this concept as a springboard for the panel, the session aims to open a discussion on contemporary cinematic images of the South from a gendered perspective.  Some topics include the following: 

  • •                Differences between gender in Southern and Northern films 
  • •                Is the South more patriarchal or matriarchal? Or can we even use this terminology in today’s society? 
  • •                What is the role of woman in Southern Italian cinema of the last ten years? Has anything changed? 
  • •                How does travel/public space vs private space/work influence gender in society? 
  • •                How does the recent wave of migration to Southern Italy register with gender concepts? 
  • •                Are their homosexuals, lesbians, transvestites, and transgendered people in Southern Italian film? How are they seen on screen?  
  1. Teaching Off the Beaten Path: Roundtable

Please send an abstract of 250 words, along with a brief biography and technology requests to Ryan Calabretta-Sajder, University of Arkansas, rcalabretta@gmail.com by March 7, 2017. 

Italian Studies both in Italy and more recently in North America has boasted a rather traditional, or canonical approach to the field, which even flows into the pedagogical methodology often utilized.  Yet, students (as such parents) are requesting a more contemporary, cultural introduction within the Italian curriculum of today.  This roundtable aims therefore to recognize, explore, discuss, and criticize the current state of Italian Studies in North America with the hope of addressing new ideas and approaches to the field. 

The roundtable particularly searches for instructors on any level (K-university) who have experimented with new theoretical models in the classroom with success and/or even failure.   The goal is to dissect want can, but also, may not work.  Some topics include the following: 

  • •                Italian and Intercultural Comprehension
  • •                Italian for Romance Speakers
  • •                Online Italian
  • •                Business Italian/MADE IN ITALY/ Italian for the Professions
  • •                Study Abroad
  • •                Internships/Researchships/etc. 
  1. Queering Italian Studies

Please send an abstract of 250 words, along with a brief biography and technology requests to Ryan Calabretta-Sajder, University of Arkansas, rcalabretta@gmail.com by March 7, 2017. 

The focus on gender in Italian Studies has come to the forefront within the last five years both in Italy and North America.  Whether it is a rereading older texts or taking into account the newly highlighted life of the contemporary LGBTQI society in Italy, more and diverse attention has been afforded this thematic/cultural field.  In 2017 alone, Italy will be the host of three major, international conferences on Queer Theory and boasts some amazing ‘think tanks’, some being completely funded.  

Some possible themes to consider include the following:

  • •                Intersections and/or Contradictions of Queer Theory (Anglophone vs. Italian)
  • •                Gendering the Body
  • •                Queering Italian Daily Life (talk shows, reality tv shows, Gay Pride, etc.)
  • •                Intersex in Italy
  • •                Queering Italian Art
  • •                LGBTQI Literature
  1. Il Linguistic Landscape e la didattica dell’italiano e delle altre lingue

La sessione è aperta a contributi (max circa 250 parole) da inviare non oltre il 05 marzo 2017, accompagnate da una breve nota biografica a Carla Bagna bagna@unistrasi.it

Il Linguistic Landscape (LL), ovvero i panorami urbani nella loro espressione linguistica e più genericamente semiotica, è diventato oggetto di analisi ormai da diversi anni e ha portato all’elaborazione di alcune proposte per l’utilizzo dell’approccio del LL stesso in contesto didattico e in particolare nei contesti in cui viene insegnata una L2.

I contesti urbani sono “naturalmente” una fonte di segni e di simboli (scritte, immagini, foto, graffiti ecc.) che possono essere utilizzati a scopi didattici, e ben oltre la funzione di semplice input visivo. L’utilizzo di tale approccio nell’insegnamento di una L2 ha lo scopo di sollecitare una maggiore consapevolezza e riflessione linguistica nel percorso e processo di apprendimento, insegnamento e valutazione linguistica nel quale tali studenti si trovano coinvolti.

Alcune esperienze negli Stati Uniti per l’insegnamento dello spagnolo L2, in Australia, Turchia e in Italia per l’insegnamento dell’italiano L2 e in altri contesti per l’insegnamento dell’inglese L2 hanno messo in luce aspetti positivi dell’adozione di tale approccio, ma anche alcune criticità.

La sessione è dunque aperta a contributi che vogliano prendere in considerazione la dimensione didattica dell’approccio di analisi del LL, anche in prospettiva interdisciplinare.

Alcuni spunti di contributo, senza voler con questo elenco escludere altre proposte, sono i seguenti:

  1. una riflessione teorica sul tema analizzandone potenzialità e criticità
  2. una presentazione di esperienze di utilizzo del LL in contesto educativo
  1. The artistic production of Emma Dante and the work of the Compagnia Sud Costa Occidentale

If interested, please submit a 250-300 word abstract and brief bio in English or Italian by March 8th, 2017 to Patrizia Comello Perry, BMCC, pcomello@hotmail.com.

This session invites proposals that explore the rich production of Emma Dante, actress, director, artist, and writer. Goffredo Fofi appropriately called her “Emma la vastasa”, drawing a parallel between the tradition of Sicilian theatre and her work. He labels her dramas the work of a poet. Emma Dante defines herself simply as “una teatrante”, stressing that the vital source of her inspiration is rooted in Palermo, in the everyday interaction with the actors of her company, Compagnia Sud Costa Occidentale, and the language of the streets. Emma Dante, with the performances produced at the laboratory of the Vicaria, captured the “immaginario collettivo-collective imagination” of the jury of the Scenario award and won Italian and International recognition with her focus on the resistance and artistic vitality of Palermo and the whole of Sicily.  

  1. Sette, società segrete e brigantaggio: la narrativa siciliana e la mafia

Si accettano contributi in italiano e in inglese. Gli interessati sono invitati ad inviare un abstract (max. 250 parole) e una breve biografia a Paola Bernardini, University of Toronto, paola.bernardini@utoronto.ca entro il 10 marzo 2017.

Ladri e briganti o “scellerati uomini” capaci di atroci misfatti. I banditi, i Vendicosi o i Beati Paoli sono i protofondatori della mafia? La letteratura siciliana, tra leggenda e verità storica, ha contribuito ad offrire un’idea romantica della mafia legata al mito del bandito-vendicatore. Confraternite trasformate in fazioni politiche nella lotta per il predominio delle cittadine isolane, coraggiosi paladini che si battono per i diritti dei diseredati, sette e società segrete che insorgono per difendere gli oppressi: uno Stato dentro lo Stato che giudica senza appello. Dalle ballate medievali ai cantastorie, l’oralità entra nella storia. Dagli scritti del marchese di Villabianca, di Linares, di Salomone Marino o di Pitrè, ai racconti elaborati da Natoli, da Tomasi di Lampedusa, Capuana, Verga e Sciascia. 

I mafiusi si sono appropriati delle gesta romanzesche degli eroi giustizieri, dei riti segreti, ma la narrativa isolana può essere letta in chiave mafiologica? La letteratura primonovecentesca – romanzo d’appendice incluso – ha strumentalizzato verso finalità cripto-mafiose o ha fornito una patente storica alla mafia? Quanto le interpretazioni e le contraddizioni etimologiche e sociologiche hanno contribuito a creare stereotipi identitari negativi segnandone il pensiero critico?

In questa sessione si vuole analizzare la “trasformazione” della narrativa che vede come protagonista assoluta la Sicilia: è aperta anche a contributi su trasposizioni cinematografiche, televisive e opere teatrali.

  1. ROUNDTABLE: La didattica della grammatica in Italiano L2

La sessione è aperta a contributi (max 200-250 parole) da inviare entro il 1° marzo 2017, accompagnate da una breve nota biografica a Edizioni Edilingua (info8@gmail.it)

Pur avendo attraversato fasi di fortuna alterna, l’insegnamento della grammatica continua a rivestire un ruolo di grande importanza nel processo di apprendimento/insegnamento dell’italiano L2.

È ampio e vivace il dibattito tra quanti (ricercatori e docenti) si interessano di Linguistica Educativa soprattutto con riferimento agli approcci e alle modalità da adottare nella didattica della grammatica, in relazione al pubblico di riferimento, ai contesti di insegnamento, alla tipologia di corso proposto. 

Oltre alle questioni sulla relazione tra insegnamento grammaticale ed effettivo sviluppo della competenza linguistico-comunicativa, chi si occupa di didattica dell’italiano L2 deve anche tenere conto della richiesta avanzata da molti studenti adulti e giovani adulti per avere all’interno dei corsi uno spazio da dedicare alla riflessione sulle regole della lingua, alla loro pratica esercitativa, alla loro sistematizzazione. 

A tali questioni, l’editoria specializzata nella didattica dell’Italiano L2 ha da sempre rivolto particolare interesse: non solo le sezioni grammaticali sono sempre ampiamente presenti in tutti i corsi di italiano L2 più diffusi, ma si moltiplicano le grammatiche e i materiali specificamente dedicati alla riflessione metalinguistica che adottano nuovi approcci e propongono nuove tecniche. 

La sessione intende accogliere contributi che presentino riflessioni sulla didattica della grammatica nei corsi di italiano L2 o sul ruolo della grammatica in autoapprendimento. Si incoraggiano soprattutto interventi che presentino pratiche innovative e la loro “messa in opera” all’interno dei materiali didattici. 

  1. Medieval Sicily: A Crossroads of People, Languages, and Cultures

Papers can be in English and Italian. Please, send a 250-word abstract and a brief bio to Giulia Cardillo (giulia.cardillo79@gmail.com) and Simona Lorenzini (simona.lorenzini@yale.edu) by March 5, 2017. 

“Sicelides Musae paulo maiora canamus” (Verg. Ecl. IV,1)

Sicily represents a unique space in the Mediterranean, in which many languages, cultures, and religions co-exist, as they have for centuries. During the Middle Ages, the “bella Trinacria,” as Dante describes Sicily in Paradiso, became a locus of both conflicts and negotiations between different cultures. These cross-cultural encounters gave birth to extraordinary literary, philosophical, theological, scientific, and artistic expressions, such as the Scuola Siciliana during the Norman rule. 

We invite proposals dealing with the central role played by Sicily in medieval literature, art, philosophy, and history. The topics may include, but are not limited to:

–       poetry, prose, and theatrical production related to medieval Sicily;

–       philosophical and theological traditions that flourished in medieval Sicily and their influence in the Mediterranean;

–       Sicilian literature and its diffusion during the Middle Ages;

–    Sicilian painting, sculpture, and architecture;

–    cinematographic production portraying medieval Sicily;

–       works in the field of history and social sciences that focus on Sicily in the Middle Ages.

  1. “L’immaginario re-immaginato.” Re-Imagining Collective Imagination in Contemporary Italian Cinema

Send abstracts in English or Italian to: Fulvio Orsitto – Georgetown University (orsitto@gmail.com or fo110@georgetown.edu

At a time when Italy endures a dramatic process of re-negotiation of identity within a globalized and transnational world, cinematic styles and genres are still relevant frames of reference, but they also constitute paradigms to be re-negotiated and re-imagined. Hence, the social and intellectual fluidity of the interactions among various film genres and styles begs for a reassessment of the copious imagery inherited from the Italian cinematic tradition. This session will investigate the evolution, the crisscrossing and, ultimately, the repositioning of Italian genres and sub-genres such as Comedy Italian Style (with its grotesque undertones), the Mafia film, the Superhero Movie and the Musical. 

  1. Italian Studies in the Digital Age (ROUNDTABLE)

Please email a brief (200 word) abstract and bio to teresa.lobalsamo@utoronto.ca by March 1st.

Organizers:              Marco Lettieri, University of Toronto; 

                                    Teresa Lobalsamo, University of Toronto Mississauga

This panel centers on the current place of Italian Studies in the Digital Age. Digital Humanities is a field of study that is “intended to allow researchers and students to analyze and synthesize multiple kinds of information to deepen their understanding of the language and literature” (JHI, UofT, 2014). The Digital Age inspires tools used in the classroom – Internet, film, computer-based learning, video games, etc., and those used in research, such as analyzing the digitization of literary texts originally written for the print medium as well as ones intended to be a digital text. How has Italian Studies been affected or how can it evolve within this digital realm? Panelists may consider the following questions in their paper: What type of digital tools or sources do you use in the classroom or in research? How do digital tools and sources inform your teaching practices? How have those been received by your students?

We welcome papers in pedagogy and classroom experiences to research and scholarship. 

Presentations may be in Italian or in English.

  1. “Allegiance to Outsiders”: Pasolini in Contemporary Fashion and Beyond

Please send abstracts of 250 words to Colleen Ryan, Indiana University, ryancm@indiana.edu no later than March 10, 2017.  

On the occasion of Pitti Uomo 2016, Sicilian designer Fausto Puglisi proclaimed his allegiance to outsiders. “Like the filmmaker, who often used nonprofessional actors and appreciated the rough and the rustic… Many times when I go to the south and talk to the simple people — someone who’s selling fish in the middle of the street — we’re talking and talking, and it gives you more than any celebrity or stylist.” (New York Times, June 11, 2017) . This session welcomes papers on artists and scholars inspired by Pasolini to live and work beyond the confines of hegemonic thinking. Some themes to consider include the following: Pasolinian echoes or influences in contemporary arts or other manifestations of critical thinking, as well as Pasolinian echoes and influences in contemporary Italian course objectives and curricula. 

  1. Sicilianamericanità

Please send abstracts of 250 words to Colleen Ryan, Indiana University, ryancm@indiana.edu no later than March 10, 2017.  

Sicilianamericanità ,as recently theorized by Chiara Mazzuchelli, marks a hybrid and transnational approach to understanding the migrant identity of these Italian islanders from linguistic, literary, and affective perspectives.  This session welcome papers on any aspect of Sicilian American identity as represented in cinema or literature, folkloristic or journalistic works, or other art forms. The session aims to underscore how this hybridity cannot be defined as solely one culture or another, but rather comprises an in-between-ness ever present in the migrant nature of physical, emotional and intellectual movement, spaces, and times. 

  1. Contemporary Diasporic Voices

Please send abstracts of 250 words to Colleen Ryan, Indiana University, ryancm@indiana.edu no later than March 10, 2017.  

This session is dedicated to artistic, historical, critical works of the last two decades by or about diasporic Italian authors. The objective is to create a panorama of developments and emphases since the turn of the century up through the most recent months of political turmoil and debate worldwide. Possible approaches include, but are not limited to, the intellectual and artistic trajectory of a single author, the tones, qualities, and resonance of certain “voices,” one or more heuristics (nationalism, feminism, race, gender, sexuality, colonialism, etc.) through which to discern and comprehend recent diasporic works, etc. 

  1. CRITICI ALLO SPECCHIO: LE “LETTURE RIVELATRICI” DI GIUSEPPE ANGELO PERITORE (LICATA 1897-AGRIGENTO 1982)

La sessione è aperta a contributi (max circa 250 parole) da inviare non oltre il 19 febbraio 2017, accompagnate da una breve nota biografica a Michael Lettieri (michael.lettieri@utoronto.ca). 

Organizers: Michael LETTIERI and Rocco Mario MORANO, University of Toronto Mississauga

Chair: Michael LETTIERI, University of Toronto Mississauga 

La sessione verterà sulla delineazione della personalità culturale di Giuseppe Angelo Peritore e sui progressi gradualmente registratisi, tra il 1916 e il 1982, nella sua attività critica, espletata – come ebbe a scrivergli Luigi Russo in una lettera datata “Firenze, 20 febbraio 1927” – all’“insegna  dei buoni siciliani, che, per il cuore, non vogliono sacrificare il loro cosmopolitismo mentale”. 

  1. Sorelle d’Italia. Scritture delle donne e identità nazionale

Si prega di inviare entro e non oltre il 10 marzo 2017 delle proposte di 250 parole circa Chiara Natoli, Rosalia Raineri, Stefano Nicosia, Matteo Di Gesù, Università degli Studi di Palermo, rosaliaraineri87@gmail.com, chiara.natoli01@unipa.it

Il panel intende approfondire le dinamiche mediante le quali la scrittura femminile ha preso parte ai processi di costruzione dell’identità nazionale italiana o, viceversa, ha elaborato prospettive alternative, restando relegata ai margini del canone letterario, quando non esclusa. I contributi dovranno dunque concentrarsi sulla tradizione letteraria a firma femminile alla ricerca delle questioni relative alla codificazione letteraria dell’idea di Italia e di italianità. Se, infatti, gli studi critici sul rapporto tra letteratura e formazione dell’identità nazionale sono ormai un ambito di ricerca consolidato all’interno del panorama degli Italian Studies, non è altrettanto consueto guardare ai testi di scrittrici e poetesse quali luoghi di sedimentazione di immaginari politici e culturali. 

Gli studi critici che si sono occupati del rapporto tra letteratura e formazione dell’identità nazionale hanno dimostrato come l’Italia, prima di rappresentare una realtà politica e «un’espressione geografica», sia stata «un’espressione letteraria» di lunghissima durata immaginata da poeti e scrittori. Prima di ogni appartenenza geografica, etnica o politica, è stata proprio la letteratura italiana a rappresentare, infatti, il principale fattore di costruzione di una coscienza nazionale. 

E la produzione poetica e romanzesca femminile, fin dalla prima modernità, ha contribuito a costruire e definire il concetto di identità nazionale italiana, veicolando immagini di femminile che contribuiscono al sistema discorsivo nazional-patriottico, e declinandosi di volta in volta in modo diverso: proponendo immagini della patria vagheggiata, offrendo precettistici paradigmi di femminile italianità ed exempla ammonitori, contribuendo all’edificazione dell’identità femminile, o, al contrario, elaborando prospettive alternative rispetto al discorso dominante, pagando la propria dissidenza con la sistematica esclusione. 

Se, dunque, è possibile individuare un gruppo di poetesse che cantano alla patria già a partire del primo Cinquecento, così come un novero di scrittrici di romanzi e novelle che codificano un modello di femminilità italiana corrispondente ai valori del neonato Stato italiano, d’altro canto si può rintracciare nelle opere di alcune autrici ottocentesche anche una vera e propria vena sovversiva nella rappresentazione della femminilità, che produce anti-modelli nel panorama cattolico e moderato nazionale. 

Alla luce di tale quadro critico, si invita ad analizzare le maniere mediante le quali l’orizzonte letterario delle scrittrici italiane, dal Cinquecento in poi, si relazioni a tali questioni e figurazioni identitarie, presentando specialmente contributi che:

  1. Analizzino testi poetici e romanzeschi che si confrontano con l’idea di Italia, contribuendo a costruire un immaginario identitario, culturale e politico italiano o, al contrario, proponendo paradigmi di italianità eversivi rispetto al canone dominante.
  2. Propongano un’analisi delle modalità attraverso cui, all’interno della tradizione letteraria, i palinsesti identitari nazionali comprendano la proposizione di modelli o anti-modelli di cittadinanza femminile.
  3. Mettano in luce la relazione tra la scrittura delle donne e il loro esser protagoniste delle vicende sociali, politiche e culturali italiane della propria epoca.
  4. Identifichino, nei testi presi in esame, affinità e riproposizioni, fratture e contraddizioni nel meccanismo di formazione di modelli identitari femminili italiani.
  1. (MOVED TO ACCEPTED PAPER PROPOSALS) Sicilia, viaggiatrice d’oltremare nel passato, madre buona ed accogliente nel presente

Si prega di inviare entro e non oltre il 10 marzo 2017 delle proposte di 250 parole circa, accompagnate da una breve nota biografica a Ketty Scarcella (kettyscarcella@yahoo.it)

In un mondo che alza muri e chiude le frontiere, Lampedusa   rimane l’ultimo lembo di terra italiana ad incarnare l’essenza più pura dell’accoglienza. Gente normale, quella che regolarmente accoglie chi viene dal mare in cerca di una vita lontana dall’oppressione; Uomini, donne e bambini di colore e cultura diversi, gente che nella disperazione cerca conforto , affidando la propria esistenza  a chi come loro vive ancorato al mare. Una disperazione che li accomuna. Disperati che vengono accuditi da chi, ogni giorno, fa i conti  con la tragedia e con l’indifferenza politica dell’Europa.  Sono proprio loro i protagonisti del film Fuocoammare, di  Gianfranco Rosi. Un omaggio ad un popolo che ha già vinto il silenzioso Nobel della generosità.  Una piccola comunità che allarga le braccia a tutti coloro che negli ultimi vent’anni sono scappati da guerra e fame, testimoni di una delle più grandi tragedie umane dei nostri tempi, quello che potremmo definire l’olocausto del Mediterraneo. Un’emergenza ignorata da tutti, che l’Italia ma soprattutto la Sicilia ha dovuto risolvere in solitudine. Quella stessa Sicilia dai tratti greci, romani, arabi, normanni; Scenario privilegiato sul Mediterraneo di incontri tra popoli;  Madre buona e comprensiva che accoglie tutti allo stesso modo, un tempo Viaggiatrice d’oltremare in cerca di fortuna, oggi Madre buona e comprensiva che accoglie dolcemente tutto ciò che viene dal mare.

La sessione è aperta a contributi sull’argomento o su argomenti collaterali ( Emigrazione e Immigrazione a confronto, Il ruolo della Sicilia nel Mediterraneo, Il mondo arabo e la sua influenza sulla cultura siciliana).

  1. Leadership and Management of Language Departments. A Special Panel on Academic Leadership

Should you want to share your experience and ideas as faculty or administrator, please send a 250 words abstract with you name, email and affiliation to: Emmanuel Nikiema, University of Toronto Mississauga, emmanuel.nikiema@utoronto.ca

Both single and multiple language departments are multidisciplinary in essence (language, linguistics, literature, culture, teaching and learning, etc.). Language departments are currently going through challenging times in several institutions around the world due to attrition of faculty complement, reduction of allocated resources, decrease in student enrolment, etc.  

In this context, leading and managing a language department requires a wide variety of skills including, but not limited to, advocacy, creativity in academic programming, extra and co-curricular activities, experiential and service learning, community building as well as community outreach. The goal of this panel is not only to explore the multiple facets of the management of a language department, but also to exchange transformative ideas and experiences that will strengthen and support the mission and position of language departments within the Humanities.

Deadline for submission: March 10th, 2017

  1. Instructional Technology for the Digital Age

Presentations and papers in Italian or English welcome. Please send a 150-word abstract/proposal with a brief bio, by March 8th to Daniela Busciglio, University of Oklahoma, busciglio@ou.edu

New technologies that are purposefully designed for didactic and pedagogical purposes are being constantly developed, as are many other technologies that are used in the language classroom due to their inherent language learning benefits and/or their ability to easily connect learners to communities of native speakers. In a 2012 study, Magnan, Murphy, Sahakyan and Kim revealed that the ACTFL Communities Standard was the most important standard/goal by students and yet it was the least prioritized by teachers. How can we address this disconnect via instructional technologies? What technologies are most available and accessible for both students and teachers of Italian to responsibly connect students with communities of speakers of Italian? This session seeks to focus on instructional technologies that change the way teachers approach teaching, extending learning far beyond the four walls of the classroom (e.g. via social media platforms or apps such as HelloTalk), from beginning language courses to more advanced languages and skills courses.

  1. La Sicilia e il suo mare. 

Si prega di inviare entro il 15 Febbraio un abstract di max 300-500 parole dell’intervento insieme ad una breve nota biografica ad Angela Zagarella zagarea@pdx.edu  / zagarell@uoregon.edu

Da sempre esiste tra gli abitanti di un’isola e il mare un rapporto intimo multivalente . Da un’isola parte e rientra chi vive di mare, emigra chi va alla ricerca di una nuova vita e ci approda chi si ferma dopo una traversata. La Sicilia è una terra dove si intrecciano i destini di migranti e pescatori, come Colapesce e I Malavoglia, gli abitanti di Lampedusa e Porto Palo., Verga e Consolo, Ibn Hamdis e il tunisino Salah Methnani. A Lampedusa, ieri come oggi al centro di rotte, approdi e traversate, c’era una grotta sacra dove, fino alla metà del secolo XVI, marinai cristiani e musulmani offrivano preghiere, esempio di come nelle pratiche di culto la Sicilia abbia conosciuto significative esperienze di accoglienza e di tolleranza. Da sempre esiste un ponte tra la Sicilia e il mondo a sud. E’ a partire dall’Ottocento che un’importante colonia italiana si stabilisce in nord Africa, in Libia e in Tunisia, continuando la tradizione di incontro con il mondo arabo che da sempre definisce il destino dell’isola. Oggi le popolazioni arabe sono tornate vicine a noi, sbarcano sulle nostre coste senza armi e senza valigie, con la loro lingua, la loro religione, i loro costume chiedendo riparo.  Questa sessione è un invito ad un’esplorazione della Sicilia come terra viva, terra di accoglienza, di partenza e di collegamento. 

  1. Plurilinguismo, integrazione e sport. Nuovi scenari delle migrazioni globali

Le proposte di comunicazione in inglese o in italiano (max circa 250 parole) devono essere inviate entro 19 febbraio 2017, accompagnate da una breve nota biografica a Raymond Siebetcheu, Università per Stranieri di Siena, siebetcheu@unistrasi.it

Lo sport nel suo valore globale e olistico è un fenomeno di grande importanza capace di abbracciare tanto la dimensione meramente competitiva e ludica quanto quella socio-culturale e linguistico-educativa. Nell’attuale scenario delle migrazioni globali dove identità diverse s’incontrano e, in alcuni casi, si scontrano, lo sport costituisce uno strumento efficace per facilitare l’integrazione degli immigrati/emigrati nella società ospitante. Se lo sport ha cessato da molto tempo di rappresentare soltanto un gioco diventando così una buona cartina al tornasole di ciò che avviene più in generale a livello sociale, esso va considerato come un prodotto culturale capace di esprimere i valori simbolici che contraddistinguono l’identità di un popolo.                                                                                                            Nel corso della storia, anche grazie allo sport, i movimenti migratori degli italiani nel mondo si collocarono in un processo di globalizzazione del pianeta, contribuendo a fissare l’essenza dello sport moderno come pratica antitetica al localismo (Aledda, 2009). Per i nostri emigrati nati e/o cresciuti all’estero, lo sport, forte del suo valore sociale e identitario, ha costituito e costituisce tuttora da una parte uno strumento di aggregazione e di condivisione dei valori patriottici nei paesi in cui c’era una sentita presenza italiana e dall’altra parte uno strumento di integrazione e di affermazione soprattutto nei paesi dove gli italiani dovevano lottare per conquistare la loro dignità. In America Latina, nella volontà di lasciare un’impronta italiana nelle loro iniziative, gli emigrati italiani fondarono diverse squadre di calcio, alcune di queste sono oggi tra le più titolate al mondo e hanno formato molti giocatori diventati famosi. Negli USA, gli italiani hanno usato anche lo sport per scalfire l’odio e i pregiudizi nei loro confronti e per gettare un ponte, anche linguistico, tra la loro comunità e quella americana. Nel contesto migratorio italiano la questione delle lingue nelle società sportive è diventata un tema di grande attualità e interesse scientifico (Siebetcheu, 2016).                                                                  

Questo panel, aperto a interventi del mondo accademico, delle associazioni immigrate/emigrate, delle società sportive in Italia e all’estero nonché ad altri soggetti, si propone di raccogliere contributi che diano conto delle dinamiche plurilinguistiche nel mondo dello sport. Lo scopo del panel è quello di coniugare i valori identitari tramessi attraverso lo sport con i valori linguistici che ne derivano. I possibili temi su cui potranno vertere gli interventi sono i seguenti: a) dinamiche linguistico-sportive nei contesti di emigrazione e immigrazione; b) insegnamento/apprendimento dell’italiano attraverso lo sport; c) sport e promozione del made in Italy nel mondo; d)plurilinguismo nello sport; e) integrazione degli immigrati e dei richiedenti asilo attraverso lo sport; d) cultura sportiva nelle comunità immigrate all’estero; f) dinamiche linguistiche nelle categorie professionistiche, amatoriali, dilettantistiche e giovanili; g) scelte e strategie linguistiche durante le attività sportive.

  1. Studi  mediterranei e “Cattedra Sicilia Vincenzo Consolo per il dialogo di Culture e Religioni”, Sicilia-Tunisia: il Mediterraneo che unisce e non divide

Si prega di inviare entro il 15 febbraio un call for paper di ca 250 parole accompagnato da una breve nota biografica a: Alfonso Campisi, Université de la Manouba, alfonsocampisi@yahoo.fr

Sicilia e Tunisia fanno parte integrante del mar mediterraneo o del “grand lac salé” come Fernand Braudel amava definirlo. Due terre vicine ma a volte lontane, ricche di contradizioni, di cultura, di storia…

Tra queste non possiamo mettere in secondo piano l’identità plurale e culturale che ognuna delle due trasferisce a volte anche inconsciamente all’altra. Pochi kilometri separano le due rive, poche ore di navigazione occorrono per sbarcare in una delle due terre che in un senso o nell’altro hanno subito i movimenti migratori. Siqilliyya e Ifriqiyya sembrano essere unite da millenni da un unico destino.

In un momento storico cosi’ difficile e particolare per il mediterraneo con crisi economiche, culturali, umanitarie e identitarie, che trasformano il nostro mediterraneo in un luogo di guerra e morte, il dialogo culturale sud/sud da pari a pari diventa estremamente necessario per far si che il mediterraneo si riappropri della sua primaria funzione: unire e non dividere. Oggi non è necessario costruire ponti di cemento armato per collegare luoghi più o meno lontani fra loro, il mare è più che sufficiente, cosi’ come più di duemila anni fa.

  1. Insegnare le lingue straniere con i MOOC

Villarini, Andrea villarini@UNISTRASI.IT

La sessione è aperta a contributi (max 250 parole) da inviare non oltre il 20 febbraio 2017, accompagnate da una nota biografica a Centro FAST dell’Università per Stranieri di Siena (fast@unistrasi.it). Usare come oggetto: Palermo2017. 

I MOOC (Massive Open Online Course) sono diventati uno strumento all’interno delle politiche di internazionalizzazione e le più prestigiose università del mondo (Harvard, MIT, Stanford, Duke University ecc.) ne hanno fatto un cardine della didattica utile per raggiungere numeri sempre più grandi di studenti pescando tra quelli fuori dal bacino naturale di riferimento. 

I MOOC sono corsi completamente online e gratuiti. Gli studenti si iscrivono e, comodamente da casa, seguono via web lezioni videoregistrate, fanno esercizi autocorrettivi, scaricano materiale didattico e interagiscono tra di loro e con i curatori del MOOC tramite degli spazi per i forum. 

Invitiamo a sottomettere proposte che, a partire da concrete esperienze di insegnamento delle lingue straniere (italiano, ma anche altre lingue) compiute utilizzando questa modalità,  ne presentino e discutano vantaggi e criticità.

L’obiettivo di questa sessione sarà quello di fornire una base di partenza per avviare una riflessione comune sulla didattica la nostra lingua tramite i MOOC (e sulla didattica delle lingue online in genere), ancora più utile in una fase come questa dove proliferano le iniziative di didattica delle lingue con le nuove tecnologie e aumentano le spinte verso l’adozione massiccia di corsi a distanza per insegnare lingue straniere.

  1. Incontro con gli autori

Autori di manuali sono invitati a presentare la/le loro pubblicazione/i ai convegnisti

Vi prego di inviare nome, cognome, con titolo della pubblicazione or rivista entro il 10 febbraio a: mollica@soleilpublishing.com

  1. Incontri con i Direttori di riviste

Il panel offre l’opportunità ai direttori di riviste di dare una descrizione dettagliata della loro pubblicazione.

Vi prego di inviare nome, cognome, con titolo della pubblicazione or rivista entro il 10 febbraio a: mollica@soleilpublishing.com

  1. La gestione didattica dell’errore nella classe di italiano l2/ls

Si invitano i colleghi docenti a condividere le proprie esperienze in merito e a presentare proposte sul tema, inviando entro il 13 Febbraio 2017 un abstract di circa 250 parole e un breve profilo biografico a Fabiola Tiberi: fabiola@accademia-italiana.it e a Licia Scarpellino: licia@accademia-italiana.it.

Questa sessione mira a sviluppare un’analisi degli errori più comuni da parte di apprendenti di italiano L2/LS e ad affrontare il tema della correzione nella gestione della classe.  Ponendo in evidenza il valore dell’errore nel processo di apprendimento linguistico, si forniranno inoltre strategie e proposte didattiche per il superamento delle principali criticità incontrate dagli studenti.

  1. ROUNDATBLE – Weaving words: From a literary text to the texture of the language. 

Please send a 250-word proposal, with a brief bio, to: Marino Forlino (mforlino@scrippscollege.edu), Arianna Fognani (arianna.fognani@fandm.edu)

Despite recent innovations in the field of foreign language pedagogy, literature is often still restricted to advanced language courses, while scaffolded, communicative activities and grammar review often disappear from the classroom after the intermediate level. Literature is an exemplary tool to engage the learners since through literature, “students can develop a full range of linguistic and cognitive skills, cultural knowledge and sensitivity” (Henning, ADFL Bulletin, 24, 22-29, 1993). This roundtable invites contributions aimed at proving how a more interactive approach to literature helps to bridge the gap between novice language learners and advanced students of literature and to challenge the false dichotomy between “beginning language” and “advanced literature.” Emilia Di Martino and Bruna Di Sabato (2014) reassess and revisit the relationship between language and literature underlining the great potential of literary texts for language-related purposes; moreover, given the dynamic nature of a literary text that opens itself to multiple interpretations, literature can be a valuable vehicle to introduce culture and build linguistic competence in particular through oral interaction. The categories of language and literature are, in fact, inextricable and should be equally valued at all levels of foreign language instruction. 

We invite contributions in Italian and English dealing with second-language teaching (Kern’s pedagogy of Multiliteracies and the New London Group among the others), and literature-based language teaching (Carroli 2008), in the language classroom. Examples such as teaching units, lesson plans, and individual activities that can be developed with the goal of integrating literature in the novice or intermediate classroom are strongly encouraged. Case studies and examples that can be adapted and adopted by foreign language and literature instructors of different backgrounds and at different levels are also welcome. 

  1. Il mondo profetico di Luigi Pirandello

Si prega di inviare entro il 15 febbraio un call for paper di ca 250 parole accompagnato da una breve nota biografica a: Lucilla Bonavita (lucilla.bonavita@libero.it)

La presente sessione vuole essere un omaggio a Luigi Pirandello in occasione del 150° anniversario dalla nascita dello scrittore agrigentino. In particolare, sin dal titolo, la sessione si propone di svolgere una indagine sui testi dell’Autore (novelle, romanzi, opere teatrali) che contengono elementi profetici, come avviene, per esempio, nella novella “Mondo di carta” che pone l’attenzione del lettore sull’attualità della profezia relativa alla perdita del piacere della lettura e della conseguente morte del libro cartaceo, sostituito inevitabilmente dalla tecnologia. Il mondo di carta sta scomparendo, ma talvolta, per sfuggire allo scorrere silenzioso ed inesorabile del tempo, una lettura di un buon libro può essere considerato un rimedio per evadere dalla realtà contingente ed immergersi in una dimensione diversa, forse più lontana ma meno grigia, sostanzialmente più profetica.

  1. (MOVED TO ACCEPTED PAPER PROPOSALS) Sciascia e il paesaggio siciliano

La sessione è aperta a contributi (max circa 250 parole) da inviare non oltre il 19 febbraio 2017, accompagnate da una breve nota biografica a Giuseppe Celano, tobogan1@tiscali.it

La sessione avrà l’intento di presentare l’immagine della Sicilia da un punto di vista paesaggistico attraverso citazioni ed analisi di scritti dell’autore, supportati da sequenze video del documentario del 1970 prodotto in collaborazione con lo scrittore, giornalista e documentarista cinematografico e televisivo Folco Quilici “La Sicilia vista dal cielo”, “Racalmuto, l’isola nell’isola” di Dario Guarneri. La complessa identità di questa regione; una terra che ha visto la presenza di popoli, lingue e civiltà che qui si sono riversate ed incrociate, la cui presenza è ampiamente documentata da templi e monumenti, proprio a testimoniare la loro sovrapposizione al centro del Mediterraneo in oltre diecimila anni di storia.

  1. Tra Italiano e altre lingue: percezione e uso nello spazio linguistico italiano attuale

La sessione è aperta a contributi (max circa 250 parole) da inviare non oltre il 19 febbraio 2017, accompagnate da una breve nota biografica a Simone Casini (casini@unistrasi.it). 

Lo spazio linguistico italiano, e con esso anche lo spazio interno ai luoghi deputati all’educazione, stanno vivendo le dinamiche del neoplurilinguismo, attraverso l’interazione di italiano, dialetti, idiomi/varietà locali, lingue straniere insegnate, lingue di minoranza storica e lingue immigrate (ISTAT, 2014).

La sessione è aperta a contributi che prendano in esame la diversità linguistica in termini di contatto, uso e percezione entro e fuori i confini della scuola, dedicando però al sistema formativo un interesse particolare in relazione anche alle azioni che essa persegue nelle politiche di valorizzazione e salvaguardia della diversità linguistica.

Alcune linee di analisi, da intendersi come spunto e non come limite, possono essere: 

  1. Analizzare quanto la diversità linguistica sia oggi percepita anche in relazione ad eventuali mutamenti rispetto al passato. Quanto la diversità linguistica coesista e circoli all’interno di una scuola, di una classe, di un quartiere, di una città e sia un fenomeno strutturale e diffuso di realtà diverse.
  1. Considerare lo specifico contesto scolastico e delineare quanto l’azione formativa, anche attraverso la percezione e gli interessi dei docenti per la diversità linguistica, riesce a rispondere al plurilinguismo “dal basso” in termini di valorizzazione della diversità linguistica e accrescimento delle competenze (prendendo in considerazione anche le esperienze internazionali nel campo della promozione linguistica).
  1. LA GESTIONE DIDATTICA DELL’ERRORE NELLA CLASSE DI ITALIANO L2/LS 

Si invitano i colleghi docenti a condividere le proprie esperienze in merito e a presentare proposte sul tema, inviando entro il 13 Febbraio 2017 un abstract di circa 250 parole e un breve profilo biografico a Fabiola Tiberi: fabiola@accademia-italiana.it e a Licia Scarpellino: licia@accademia-italiana.it.

Questa sessione mira a sviluppare un’analisi degli errori più comuni da parte di apprendenti di italiano L2/LS e ad affrontare il tema della correzione nella gestione della classe.  Ponendo in evidenza il valore dell’errore nel processo di apprendimento linguistico, si forniranno inoltre strategie e proposte didattiche per il superamento delle principali criticità incontrate dagli studenti. 

  1. Sicily at the crossroad of the Mediterranean world.

Please send a 250-300 word proposal in English or Italian and a short biography by February 15th to Arianna Fognani, Franklin and Marshall College arianna.fognani@fandm.edu or Marino Forlino, Scripps College mforlino@scrippscollege.edu

Sicily and the Mediterranean (2015) edited by C. Karagoz and G. Summerfield reminds us that through centuries the unique position and complex history of Sicily have made it the converging point of multiple political, historical, linguistic, artistic, and literary traditions that have shaped, and are still shaping, the notion of the Mediterranean context. Contemporary trajectories of global mobilities have also identified new relations between Sicily and the Mediterranean space demon strating that the island continues to be “the springboard for the interaction, development, and dissemination of diverse cultures” at the heart of a broad Mediterranean tradition (Karagoz & Summerfield 1, 2015).

Keeping in mind the porosity and fluidity of both the Sicilian and Mediterranean space, this panel aims to bring to light old and new interrelations between the island and other cultures/civilizations within the Mediterranean basin. We welcome contributions that engage with different time periods, adopt interdisciplinary perspectives (theoretical, historical, geopolitical, literary, artistic, linguistic, cinematic, gastronomic), explore common legacies, or discuss reciprocal influences between Sicily and the broad Mediterranean world. Possible questions to be addressed may include, but are not limited to: How Sicily and the Mediterranean world have mutually influenced each other? How have authors or texts coming from various Mediterranean cultures enriched Sicilian literary traditions? What is the legacy of Sicilian writers, intellectuals, and artists, across the Mediterranean?

  1. Le ombre dell’intrepido. Eroe e anti eroe nella letteratura italiana tra medioevo e rinascimento

La sessione è aperta a contributi (max circa 250 parole) che si prega di inviare non oltre il 15 febbraio 2017, accompagnate da una breve nota biografica a incenzo Caputo, Università degli Studi di Napoli Federico II, vincenzo.caputo@unina.it

Il panel sulla rappresentazione dell’eroe e dell’anti-eroe nella letteratura italiana tra Medioevo e Rinascimento si pone l’obiettivo di analizzare le modalità e le finalità di costruzione retorica legate a tale doppia e complementare figura. Lungo il citato segmento temporale l’interesse è posto, innanzitutto, sul rapporto tra la manifestazione dell’eroe e il genere letterario che la rende, in forme specifiche, possibile. Rintracciare il percorso dell’eroe e dell’anti-eroe significa, infatti, svolgere un confronto serrato con generi fortemente rappresentativi. Il riferimento è, innanzitutto, all’epica e alla tragedia. Da Teseo, Arcita e Palemone, a voler indicare un ipotetico punto di riferimento boccacciano, a Orlando, Rinaldo, Tancredi, Goffredo, se si vogliono dare riferimenti fortemente esemplificativi in ambito rinascimentale, la letteratura italiana disegna sicuramente linee di indagini particolarmente significative. È evidente, però, che un discorso di tal tipo finisca anche per esondare rispetto agli argini degli specifici generi segnalati e coinvolga testi tipologicamente diversi. Il riferimento è non solo a opere di carattere teorico come dialoghi e trattati (si considerino, a voler fare un esempio, i Discorsi dell’arte poetica di Torquato Tasso) ma anche alla costruzione, in ambito storiografico e pseudo-storiografico, di eroi realmente esistiti e descritti secondo specifici canoni. È una specificità, la quale può ovviamente prevedere anche la descrizione di gesta di goffi e parodici personaggi (si vedano, a titolo esemplificativo, generi quali la biografia, la novellistica e, in funzione diversa, la commedia). A questo aspetto se ne affianca, in conclusione, un altro. Lo studio intende sondare, inoltre, gli spazi di sinergico interscambio tra la letteratura e le altre discipline. Si punterà, nello specifico, l’attenzione sul rapporto tra la scrittura, da un lato, e le arti figurative, dall’altro, tra l’eroe descritto e l’eroe dipinto o scolpito. Grazie alle indagini presentate, sarà quindi possibili verificare modi, tempi e fini della narrazione letteraria italiana legata alla figura dell’eroe e a quella del suo opposto.

  1. Weaving words: From a literary text to the texture of the language. 

Please send a 250-word proposal, with a brief bio, to: Marino Forlino (mforlino@scrippscollege.edu) and Arianna Fognani (arianna.fognani@fandm.edu)

Despite recent innovations in the field of foreign language pedagogy, literature is often still restricted to advanced language courses, while scaffolded, communicative activities and grammar review often disappear from the classroom after the intermediate level. Literature is a valid tool to engage the learners since through literature, “students can develop a full range of linguistic and cognitive skills, cultural knowledge and sensitivity” (Henning, ADFL Bulletin, 24, 22-29, 1993). This roundtable invites contributions aimed at proving how a more interactive approach to literature helps to bridge the gap between novice language learners and advanced students of literature and to challenge the false dichotomy between “beginning language” and “advanced literature.” The categories of language and literature are inextricable and should be equally valued at all levels of foreign language instruction. 

We invite contributions in Italian and English dealing with second language teaching (Kern’s pedagogy of Multiliteracies and the New London Group among the others), and practical examples such as teaching units, lesson plans, and individual activities that can be developed with the goal of integrating literature in the novice or intermediate classroom. Case studies and examples that can be adapted and adopted by foreign language and literature instructors of different backgrounds and at different levels are also welcome. 

19 (MOVED TO ACCEPTED PAPER PROPOSALS) Quando “icona” è davvero al femminile.

La sessione è aperta a contributi (max circa 250 parole) che si prega di inviare non oltre il 15 febbraio 2017, accompagnate da una breve nota biografica a Elisa Pianges (BABILONIA – Centro Studi Italiani – Taormina) (epianges@hotmail.com)

Topazia Alliata e Anna Akhmatova: da muse pittoriche a icone di libertà. Due esempi di forza innovativa, una spinta al cambiamento che solo le donne sembra riescano a dare in alcune società, pur rimanendo sempre ancorate a certi valori tradizionali e atavici, come l’essere madre, moglie e cittadina, che in luoghi geografici come la Sicilia e la Russia

sembra non possano mai essere scalfiti.

Nate entrambe da nobili famiglie, educate alla libertà di pensiero (Rudolf Steiner, Lev Tolstoj) e con un profondo amore per l’arte. Mecenati e muse ispiratrici di pittori come Renato Guttuso e Amedeo Modigliani, appaiono oggi ai nostri occhi come fossero loro stesse poesia e ispirazione in tempi bui. Definizione di gender ed etichette di femminismo questa volta sembra che non bastino. Entrambe sono esempio di un universalismo che si rivela in una continua dimostrazione di esserci, pensare e agire in maniera coerente.

  1. Teaching Sicily / Insegnare la Sicilia

Please submit 250-word abstracts by February 15 to: Tullio Pagano, Dickinson College at: paganot@dickinson.edu

In questa sessione si prenderanno in considerazione proposte innovative su corsi (o porzioni di corsi), a livello gradute e undergradate vertenti sulla Sicilia. Oltre alla ricchissima tradizione letteraria, da Verga a Pirandello fino a Sciascia e Consolo, si vorrebbe investigare il grande patrimonio storico-artistico, la letteratura dialettale, la cucina regionale e il suo rapporto con il paesaggio siciliano e la sua storia, fatta di rapporti intensi con tutte le aree del Mediterraneo. Come si puo’ presentare ai nostri studenti in modo critico questa complessa e affascinante regione, vera metafora per l’intera Itala, come scrisse Sciascia? Infine, come si colloca la “metafora Sicilia” nel contesto dello stato-nazione, del suo ruolo nell’Europa e in quello che oggi viene spesso chiamato “the Global South”?   

  1. “‘I re dei ciarlatani’? Dario Fo e la rivoluzione del teatro moderno e contemporaneo”

Per favore inviate un abstract di 250 parole + breve bio a Gloria Pastorino (gloria.pastorino@gmail.com) entro il 10 febbraio.

A pochi mesi dalla sua morte Dario Fo rimane l’autore di teatro italiano più controverso e più messo in scena nel mondo. Perché? Il Nobel nel 2007 fu accolto da fischi e indignazione (politicamente) di parte: un guitto, un attore che riceve il premio letterario più prestigioso! Shakespeare e Molière sarebbero stati d’accordo… il teatro non è letteratura, è vita. 

Questo panel accoglie interventi su Dario Fo attore, scrittore, compositore, scenografo, regista, figura politica, in qualunque momento dei suoi oltre 60 anni di carriera.

  1. Una valigia piena di parole: la migrazione nelle opere di Melania Mazzucco 

Si prega di inviare non oltre il 15 febbraio 2017 delle proposte di circa 250 parole, accompagnate da una breve nota biografica a Grazia Nicotra (grazianicotra30@gmail.com)

Vincitrice del premio Strega 2003 con il romanzo Vita, epopea dell’emigrazione in America del nonno paterno, Melania Mazzucco è una scrittrice di punta del panorama letterario contemporaneo che si è interrogata sulla propria doppia identità di nipote di un emigrato e al tempo stesso nativa di un paese, l’Italia, divenuto meta d’immigrazione. Da questa prospettiva, la narrativa della scrittrice assume le sembianze di un percorso a spirale che ha inizio con il racconto d’esordio, Seval, nel quale una migrante turca trova la morte in Italia, per approdare alla recente pubblicazione di Io sono con te, storia di una rifugiata congolese invece “rinata” in Italia, passando per Vita

La sessione ha l’obiettivo di esplorare le analogie che la scrittrice individua tra gli Italiani sbarcati ad Ellis Island all’inizio del Novecento e i migranti che approdano sulle coste italiane ai nostri giorni, con particolare riguardo a come il percorso identitario dei migranti viene definito a partire dal loro rapporto con la lingua italiana. “L’italiano è la mia lingua e forse la sola patria che riesco a riconoscere come tale”, scrive Mazzucco. Nelle sue opere, infatti, la lingua che i migranti parlano o aspirano ad apprendere è metafora della patria, del sistema di valori a cui appartengono o aspirano ad appartenere.

La sessione è aperta a contributi su altre opere letterarie contemporanee che trattano della migrazione da e per l’Italia, specialmente a quelle che danno voce alla migrazione delle donne.

  1. (MOVED TO ACCEPTED PAPER PROPOSALS) Contrasto tra vita e forma: Lo Zen in Pirandello 

Si prega di inviare non oltre il 15 febbraio 2017 delle proposte di circa 250 parole, accompagnate da una breve nota biografica a Federico Astolfoni (didattica@babilonia.it )

La dicotomia tra vita e forma, così come il relativismo psicologico e conoscitivo, e l’incomunicabilità dell’individuo, sono tutti temi pirandelliani che conosciamo bene nelle sue opere teatrali e nei suoi romanzi. Ufficialmente tali tematiche sono considerate influenzate ed ispirate dalla filosofia irrazionalistica di Bergson. Tuttavia le corrispondenze tematiche con la spiritualità orientale, in particolare con il buddhismo Zen e col Taoismo, sono forti ed evidenti a chiunque abbia avuto occasione di approfondirne i principi. 

Nella sessione si cercherà di dimostrare come le tematiche principali di Pirandello siano esattamente le stesse che si trovano in molte religioni e scuole esoteriche orientali, perché il rapporto tra l’uomo come individuo  e l’uomo come società è stato indagato profondamente in varie culture, in vari tempi, coi medesimi risultati, perché la realtà ultima è solo una, o nessuna, o centomila.

La sessione è aperta a contributi sia sulla figura di Pirandello sia su altre figure letterarie o filosofiche che abbiano toccato e  approfondito nel loro campo di ricerca i temi suddetti.

  1. Book Presentations: Bridging Language Pedagogy and Italian Culture

Please send a 250-word proposal, with a brief bio, by February 10, 2017, to:

Diana C. Silverman, Ph.D., argento235@alumni.princeton.edu

This session invites proposals for new book presentations, both for publications on language pedagogy and for publications on diverse cultural, literary and historical topics.  Authentic cultural texts, and meaningful discussions of intriguing cultural questions, serve as effective mnemonics and motivators for students in sustainably retaining new Italian words, at the most elementary level of language study, as well as at more advanced levels.  This session will provide a forum for productive interdisciplinary discussion among authors of books pertaining to language pedagogy and books classified as cultural, literary or historical.  Preference will be given to projects with conceptions of pluralism, in terms of intercultural exchanges and multivalent identities within Italy, as well as the experiences of Italians abroad.  

  1. Commistione di linguaggi e codici nel teatro siciliano del ‘700

Si prega di inviare non oltre il 10 febbraio 2017 delle proposte di circa 250 parole, accompagnate da una breve nota biografica a Salvatore Bancheri (salvatore.bancheri@utoronto.ca)

La prima metà del Settecento fu segnato in Sicilia da un continuo alternarsi di dominazioni, che nelle opere teatrali di questo periodo si manifesta anche in una normale commistione di linguaggi. Le commedie in particolare (incluse quelle agiografiche), nella loro esemplarità linguistica, sono uno specchio di questa realtà. In esse, troviamo spesso una mescolanza di lingue (italiano, spagnolo e latino), frequenti latinismi, dialetti (siciliano e napoletano). La contaminazione dei linguaggi può manifestarsi sia sul piano puramente linguistico, sia su quello dei codici e delle tradizioni culturali: abbiamo in contempo il linguaggio lirico e drammatico, colto e popolare, profano e religioso.  Al linguaggio galante dei salotti si contrappone il dialetto schietto dei popolani; al tono epico si contrappone quello eroicomico dei servi. L’elemento più interessante di queste commedie è il plurilinguismo – inteso in senso lato – grazie al quale va spesso in scena, sia pure in modo anacronistico, la Sicilia del ’700, sia aristocratica che popolana. E sono proprio, e principalmente, i personaggi del popolo con il loro colorito dialetto che rendono vivaci queste commedie.

La sessione è aperta a contributi su opere teatrali (in particolare commedie e commedie agiografiche) di questo periodo che riflettono questa commistione di linguaggi e di codici.

  1. Title: Folclore in Sicilia: i drammi pasquali

Si prega di inviare non oltre il 10 febbraio 2017 delle proposte di circa 250 parole, accompagnate da una breve nota biografica a Salvatore Bancheri (salvatore.bancheri@utoronto.ca)

Il riscatto d’Adamo (1750) di Filippo Orioles (1687-1793) è una tragedia sulla Passione di Cristo rispondente ai canoni estetici del suo tempo e ben articolata sul piano drammaturgico e spettacolare. Nota popolarmente come Mortorio, questa tragedia, dopo quasi 300 anni, si recita annualmente ancor oggi, spesso in forma ridotta, rimaneggiata, con aggiunte locali o addirittura in riscritture d’autore in molti paesi della Sicilia e di altre regioni. I copioni utilizzati nelle recite sono esposti a contaminazioni linguistiche derivanti dal diverso periodo delle aggiunte/riscritture, dai registri linguistici dei rimaneggiatori (letterati, ma anche gente del popolo), dagli influssi dialettali di attori e sceneggiatori. Di questa tragedia si sono occupati illustri studiosi del passato, quali Pitrè, Vigo, Amico e persino Croce. A testimonianza della diffusione del Riscatto, Sciascia lo menziona nel finale di A ciascuno il suo, in cui si legge che uno dei personaggi principali, il professor Laurana, aveva fatto la stessa fine di Patò, che aveva impersonato Giuda ed “era scomparso, per come la parte voleva, nella botola che puntualmente, come già un centinaio di volte tra prove e rappresentazioni, si aprì: solo che […] da quel momento nessuno ne aveva saputo più niente”. Sul finale sciasciano Camilleri ha costruito La scomparsa di Patò, il cui giallo si dipana durante il periodo pasquale, mentre si rappresenta a Vigàta Il riscatto dell’Orioles.

La sessione è aperta a contributi su altre Passioni di Cristo che presentano gli stessi fenomeni di rimaneggiamento, riscrittura ed aggiunte ed in cui sono evidenti diversi registri linguistici.

  1. Title: Luigi Russo e il suo contributo alla critica letteraria

Si prega di inviare non oltre il 10 febbraio 2017 delle proposte di circa 250 parole, accompagnate da una breve nota biografica a Salvatore Bancheri (salvatore.bancheri@utoronto.ca)

La sessione vuole essere un omaggio ad un critico letterario siciliano ha per oltre un trentennio (tra il 1920 e il 1950) è stato una delle voci critiche più argute d’Italia e alla cui scuola si sono formati critici come Getto, Binni, Bonora e tanti altri. Autore, tra l’altro di importanti volumi e/o saggi sui maggiori autori italiani: da Metastasio a Verga, da Dante a Machiavelli, Foscolo, Manzoni, Leopardi.

La sessione è aperta a proposte che mettano in evidenza il contributo di Luigi Russo alla critica letteraria e che esaminino in che modo le sue idee siano ancora valide o superate a distanza di oltre mezzo secolo. Sono particolarmente richiesti contributi che prendano in esame la fortuna critica di Russo in Nord America.

  1. Title: Teatro sacro e teatro popolare in Sicilia e nell’Italia del Sud

Si prega di inviare non oltre il 10 febbraio 2017 delle proposte di circa 250 parole, accompagnate da una breve nota biografica a Salvatore Bancheri (salvatore.bancheri@utoronto.ca)

Le vastasate, le pastorali sacre o drammi della natività, le opere sacro-sceniche sulla vita dei santi, il teatro dei pupi sono tutte forme di teatro popolare e folcloristico molto rappresentate ancor oggi in Sicilia ed in molte altre regioni. Uno degli elementi che unisce tutte queste opere è l’uso del dialetto.

Durante il periodo natalizio sono abbastanza comuni i presepi viventi, mentre meno comuni sono però delle vere e proprie rappresentazioni parlate sulla natività di Cristo.  La più famosa di queste rappresentazioni è Il vero lume tra l’ombre, conosciuta comunemente come La cantata dei pastori (Napoli 1698) di Andrea Perrucci. Tale opera ancora oggi regolarmente rappresentata a Napoli ed in altre città. Alcuni dei suoi dei suoi personaggi, come Razzullo e Sarchiapone, sono entrati nell’immaginario collettivo ed hanno acquistato una loro vita propria. Altro interessante esempio è la Notte in giorno (1745) di Filippo Orioles.  Tra le vastasate, si ricord Il cortile degli aragonesi con il personaggio di Nofrio ormai parte dell’immaginario collettivo siciliano. Numerose anche sono le opere teatrali dedicate ai santi ed in particolare ai santi patronali (es. Santa Rosalia e Sant’Agata).

La sessione è aperta a contributi su tutti questi generi teatrali in cui viene usato anche il dialetto. Si è particolarmente interessati alle pastorali sacre italiane (ma anche francesi, spagnole in cui vengano messe in evidenza gli elementi popolari di tali opere teatrali, i diversi atteggiamenti dei pastori per quanto concerne le loro condizioni sociali e verso il grande evento della nascita del Bambino. 

  1. Title: Donne di passione, donne istruite, sgualdrine impenitenti e gigolò: ritratti di prostitute/i nella letteratura e cultura italiana dal Medioevo ad oggi.  

Si prega di inviare un abstract di 250/300 parole e un breve CV, entro e non oltre il 15 febbraio 2017, a Daniela Bombara daniela.bombara63@gmail.com ; Monica Biasiolo monica.biasiolo@icloud.com  ; Laura Nieddu laura.nieddu@univ-lyon2.fr

“Concezioni sociali contrastanti, divergenze di ordine morale e un’ambiguità terminologica di fondo hanno fatto sì che la definizione della prostituzione continui a essere controversa” (Anne M. Butler). 

Tra stigmatizzazioni moralistiche ed esaltazioni in nome della gioia dei sensi, la prostituta affascina letterati, artisti, ma anche scienziati che caricano questa figura di sensi simbolici, relegandone l’operato all’ambito angusto ma seducente del peccato, o al contrario trasformandola in salvatrice.

Il personaggio cade talvolta nello stereotipo ma più spesso si sottrae alla categorizzazione poiché incarnazione stessa del desiderio, sganciato da vincoli familiari e di ordine sociale. Depositaria di una conoscenza superiore, quella dei sensi e del corpo libero, può dominare la scena oppure essere confinata ai margini del tessuto sociale, e additata al disprezzo collettivo; in ogni caso è portatrice di trasgressione, poiché ribalta interdizioni e divieti, dando luogo a un discorso culturale complesso.  

Nel sistema letterario e artistico, come nella critica, è meno presente la controparte maschile: ‘prostituto’, gigolò, libertino, ragazzo di vita. L’analisi di questa figura, che propone l’insolita mercificazione del corpo maschile, può costituire un ulteriore campo d’indagine. 

Partendo da questi suggerimenti ci si propone di indagare la rappresentazione della prostituta/o nella cultura italiana, anche in prospettiva comparatistica, prendendo in considerazione:

– generi e discorsi letterari/artistici (musica, pittura, teatro, cinema, fumetto, ecc.)

– spazialità e temporalità (vita, educazione, lavoro, ruolo sociale)

– simboli e stigmi legati al ruolo 

– percezione individuale e collettiva di sé e dell’altro da sé (autorappresentazione e visione del mondo) 

– mitologie

– ecc.

8.Title: Poesia moderna e contemporanea

I colleghi interessati sono pregati di mandare il titolo del proprio intervento, un abstract di non più di 250 parole e una breve nota biografica a  antonello.borra@uvm.edu entro il 10 febbraio.

Questa sessione è aperta a contributi sulla lirica moderna, sia quella prodotta entro i confini nazionali, magari per opera di nuovi Italiani, che quella che si viene scrivendo all’estero. Si sollecitano anche interventi su poeti dialettali contemporanei, in particolare, vista la sede del convegno, quelli che scrivono in siciliano o in uno dei dialetti dell’isola. Una particolare attenzione verrà data a proposte informate dalle nuove pratiche interpretative che hanno incominciato ad affermarsi anche in italianistica come, ad esempio, l’ecocritica. 

7.Title: Giuseppe Antonio Borgese narratore e critico: uno scrittore da rivalutare?

Gli interessati sono caldamente invitati a inviare un abstract di massimo 250/300 parole e una breve nota biografica di massimo 150-200 parole a maurizio.capone27@gmail.com entro il 10 febbraio. 

Se l’attività critica di Giuseppe Antonio Borgese è stata esaminata (benché forse non abbastanza), gli studi sulla sua produzione narrativa da sempre latitano. Lo scrittore siciliano è stralciato dal canone, vittima anche di feroci stroncature (o di disinteresse) da parte dei suoi contemporanei per motivi che talvolta esulavano dal giudizio estetico e critico, appellandosi invece ad altre ragioni di ordine storico-letterario, culturale, politico e filosofico e prendendo di mira la sua figura di intellettuale. Eppure Borgese, come critico (e come narratore almeno con Rubè), ha ricoperto un ruolo rilevante nell’avviare la ripresa del romanzo in Italia tra gli anni Venti e Trenta del secolo scorso in contrapposizione al frammentismo vociano, alle avanguardie e al preziosismo della prosa d’arte rondista. La lezione di Verga, il modello di Pirandello e alcune affinità con scrittori modernisti italiani ed europei affiorano nella sua narrativa. Inoltre, vi sono innegabili punti di contatto tra riflessioni critiche e teoriche di Borgese da una parte e sua narrativa dall’altra ma, benché il Borgese critico e teorico sia stato più studiato, quasi non esistono saggi che contengano riflessioni sui rapporti di tale produzione con quella narrativa. 

Dunque, il Borgese narratore (ma anche il critico) meriterebbe un posto di rilievo nel canone? Lo scrittore siciliano è degno di una rivalutazione della sua narrativa (romanzi e novelle)? Se sì, per quali ragioni?

Sono ben accetti contributi che mettano in luce le peculiarità della narrativa borgesiana (anche delle raccolte di novelle); che ne prospettino una collocazione nello spazio letterario del primo Novecento; che ne evidenzino i legami con Verga, Pirandello, Tozzi, Svevo e Moravia (ma anche con altri autori italiani e stranieri); che pongano in risalto il valore della sua vasta produzione critica.

  1. 6. Title: La narrativa modernista italiana: Pirandello, Svevo, Tozzi, Moravia (e altri?)

Gli interessati sono caldamente invitati a inviare un abstract di massimo 250/300 parole e una breve nota biografica di massimo 150-200 parole a maurizio.capone27@gmail.com entro il 10 febbraio. 

La categoria di modernismo letterario è entrata nel dibattito critico italiano solo dagli Anni Duemila, mentre esiste da mezzo secolo nella critica anglosassone. Valentino Baldi sostiene che per «modernismo si intende quella letteratura sperimentale e antinaturalista che esprime una sensibilità nuova, tipica di alcuni scrittori che vivono il passaggio tra Ottocento e Novecento», ma la discussione sulla definizione di modernismo rimane ampiamente aperta. Restringendo il campo alla narrativa modernista italiana, si possono affiliare a questa tendenza la triade Pirandello-Svevo-Tozzi, Moravia e, con più riserve, forse altri scrittori (Borgese? Gadda? Vittorini? Altri?). È comunque ormai di dominio abbastanza comune che il modernismo non presuppone, come avviene per le avanguardie, la frattura iconoclasta con la tradizione, intrattenendo invece un rapporto dialettico con quest’ultima. Quindi, qual è il debito di questi autori col romanzo ottocentesco, specialmente con Verga e con la lezione verista (e col naturalismo francese)? 

Sono ben accetti contributi che: 

–                 analizzino aspetti modernisti e non degli autori citati (ma anche di altri scrittori, di cui si può argomentare l’appartenenza o l’opposizione a questa tendenza letteraria); 

–                 propongano una definizione della narrativa modernista; 

–                 rimarchino le continuità e le discontinuità di questi scrittori con la tradizione del romanzo ottocentesco, in particolar modo con la lezione verghiana e naturalista; 

–                 identifichino alcune affinità dei narratori italiani ritenuti modernisti con gli scrittori dell’high modernism europeo; 

–                 individuino elementi modernisti che permangono nel romanzo postmodernista e contemporaneo.

–                 prospettino una collocazione dei modernisti italiani nello spazio letterario del primo Novecento.

  1. Title: “Con occhi e con voce di donna”: Women’s representations of Sicily 

Please send a 250-word abstract and a short bio to dgavioli@bowdoin.edu by February 14, 2017. 

According to Sicilian photographer Maria Pia Ballarino, “La Sicilia è fimmina, è una donna combattiva con uno spirito guerriero che ha il ciauru dei limoni, della zagara e del gelsomino.” Yet our image of her has come from a largely male literary and artistic tradition, seemingly the exclusive architects of the structuring myths of Sicilian identity. How is this tradition challenged when a woman’s gaze and/or voice are brought to the fore? How are the island’s “spazio vissuto” and sense of place transformed? 

This session seeks to explore how Sicily has been represented in the works of Sicilian women writers, as well as Sicilian women artists, photographers, and filmmakers. How have they engaged with Sicily’s past, present, and future? How are their works, while expressions of different narrative worlds, at the same time expression of a common identity which has its roots in a “place” that is both geographic and cultural? 

  1. Title: Pragmatics and Italian Language Teaching

Please submit a title, 300 word abstract, and a brief biographical note, by February 10, 2017 to Luisa Gregori at gregori@wisc.edu.

Crystal (1997: 301) defined pragmatics as “the study of language from the point of view of users, especially of the choices they make, the constraints they encounter in using language in social interaction and the effects their use of language has on other participants in the act of communication.” Over the last 30 years, scholars in this field revealed how pragmatic skills (such as making requests, complaining, refusing, giving compliments, and the like) are not acquired intuitively by foreign or second language learners, even after intensive exposure to and practice in the target language. They also showed through longitudinal studies how the development of pragmatic competence strongly benefits from instruction. Yet, so far pragmatics has not often been the explicit focus of attention in foreign/second language curriculum planning and design. 

This session invites papers that analyze how speech acts are realized in Italian and how they could be effectively taught, examine the learnability of pragmatic skills in collegiate environments, or investigate the reliability of textbooks in raising learners’ pragmatic awareness.

  1. Title: Post-verità e letteratura: da Tasso a Saviano, passando per De Andrè”

Si prega di inviare, non oltre il 15 febbraio 2017, un abstract di max 400 parole, accompagnato da una breve nota biografica, a Marco Marino, marco.marino@santannainstitute.com 

Marco Marino (Sant’Anna Institute) e Domenico Palumbo (Sant’Anna Institute). L’Oxford Dictionary nel 2016 si è arricchito del termine ‘post-truth’ (recepito dall’Accademia della Crusca) che descrive il nuovo mondo del ‘dopo verità’. La presente sessione intende discutere la validità della tendenza ad applicare il concetto di post- verità all’opera letteraria. Nello specifico, si chiede quali siano le nuove caratteristiche che assume, in questo scenario, il concetto manzoniano di ‘verosimile’; e se la letteratura contemporanea riesca (o sia già riuscita) a distinguere il ‘fantastico’ dal ‘virtuale’ e dunque dal ‘reale’; o se invece, sulla scorta dei classici, la letteratura contemporanea sia in grado di formulare un nuovo e più articolato concetto di ‘realtà’.

  1. Raccontare la Storia. La Sicilia alla prova del romanzo storico

Si prega di inviare non oltre il 10 marzo 2017 un call for paper di ca 300-500 parole accompagnato da una breve nota biografica a: Antonella Del Gatto (adelgatto@unich.it) oppure a Patrizia Landi (patrizia.landibrioschi@virgilio.it / p.landi@ssmlcarlobo.it).

Questa sessione è aperta tanto contributi sullo sviluppo e sugli aspetti (linguistici, argomentativi, tematici, narratologici,…) del romanzo storico in Sicilia dall’Ottocento sino ad oggi, con una particolare attenzione a quelle opere che nel loro svolgimento e nella rappresentazione del dato storico dichiarano più o meno esplicitamente un debito di riconoscenza o di ispirazione verso il modello dei Promessi sposi di Alessandro Manzoni (si pensi a Leonardo Sciascia o a Sebastiano Vassalli ma anche a Vincenzo Consolo e Gesualdo Bufalino); quanto a contributi che vanno nella direzione opposta, ossia volti a dimostrare che in Sicilia il romanzo storico, soprattutto quello a sfondo risorgimentale, non ha alcun punto di contatto con il capolavoro manzoniano, a iniziare dalla messa in scena del fallimento della Storia medesima (si pensi, e per fare un solo titolo, al Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa). 

  1. Oltre la geografia. La rappresentazione spaziotemporale della Sicilia in Luigi Pirandello   

Si prega di inviare non oltre il 10 marzo 2017 un call for paper di ca 300-500 parole accompagnato da una breve nota biografica ad Antonella Del Gatto (adelgatto@unich.it) oppure a Patrizia Landi (patrizia.landibrioschi@virgilio.it / p.landi@ssmlcarlobo.it).

È una Sicilia molto particolare quella che fa da sfondo alle opere di Pirandello: è un mondo spesso ai limiti della povertà antropologica e sociale; un mondo chiuso e talora anche soffocante, gravato da superstizioni popolari e da antichi pregiudizi che colpiscono più frequentemente i personaggi femminili nella loro istintiva e naturale vitalità; un mondo “altro”, lontano e diverso da quello “continentale”, e un mondo arcaico, tragico e comico allo stesso tempo, in cui prevalgono i sentimenti primari dell’uomo e in cui basta un nulla per far scatenare il dramma e la catastrofe. Un universo in cui i personaggi più che essere reali cittadini dell’isola incarnano un particolare modello umano e in cui spesso, anche laddove i protagonisti sono animali, ciò che predomina sono la miseria del vivere, la quasi totale assenza di solidarietà, e una morale del tutto “deformata” e “rovesciata”. Ma come si organizza questa collocazione geografica, con tutto il suo seguito di non detti e di impliciti, dal punto di vista della sintassi spaziotemporale del testo? Quali sono i modi in cui si organizza la sintassi spazio-tempo tanto nel teatro quanto nelle novelle, in rapporto all’ambientazione siciliana? E quanto questa influisce nella messa in scena “teatrale” delle novelle che hanno come argomento il rapporto tra uomo e Sicilia? E ancora quale rapporto esiste tra l’opera di Pirandello e le tradizioni popolari isolane; o tra la rappresentazione dei sentimenti atavici che sono alla base del dramma esistenziale dell’uomo e le altre forme letterarie prima fra tutte la tragedia greca classica; o tra le tecniche di rappresentazione e le tecniche linguistiche impiegate nella raffigurazione del mondo siciliano e del mondo animale? Oppure quale rapporto esiste tra Sicilia contadina e Sicilia cittadina sia nelle novelle sia nei romanzi a cominciare dall’Esclusa? O quale è il modo in cui le riduzioni televisive e/o cinematografiche hanno reinterpretato la dimensione “siciliana” in rapporto all’articolazione e all’organizzazione delle scene?

Accepted Papers

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Sicilian Roots and American Dreams: Uneasy Culture Crossing in Hollywood Post-war Cinema

Michela Meschini, University of Macerata, michela.meschini9@gmail.com

In 2001 Italian artist Maurizio Cattelan erected a replica of the Hollywood sign on top of Palermo municipal dump, hinting provocatively at the distance between the fantasy promise land of American cinema and the hard reality of Sicilian life. Yet, with his installation he also established a symbolic bridge between Sicily and the American dream factory. In fact, over the last fifty years Sicily has captured the imagination of many Hollywood directors, inspiring gangster movies as well as romantic comedies and political films. Hence, my paper aims at exploring the ways in which post-war American cinema has drawn from Sicilian landscape and culture in order to address the many facets of Sicilian American identity. Drawing on Edward Said’s Orientalism, my investigation will focus on the set of cultural images resulting from Coppola’s Godfather Trilogy, Scorsese’s gangster movies, and Jewison’s Moonstruck. Although very different in style and tone, all the selected films betray an “orientalizing” attitude towards the representation of Sicily and its inhabitants. Split into conflicting values and clashing realities (family versus violence, love versus death, passion versus cruelty, beauty versus degradation), the on-screen image of the island is instrumental to the socio-political construction of Sicilian American identity as well as to the understanding – and more often to the misunderstanding – of migrant culture and experience. If placing the iconic Hollywood sign on a Palermo hilltop is like “spraying stardust over the Sicilian landscape” (Cattelan), showing Sicily on the big screen is like uncovering the dark side of American spectacle society, its failures and obsessions.

  1. Italiani emigrati ed immigrati in patria: Ghibli, di Luciana Capretti

Annamaria Scorza (annamaria.scorza88@gmail.com ), Università della Calabria, 

L’emigrazione e il colonialismo italiano sono pagine della nostra storia nazionale spesso messe da parte, sopra cui vige uno stato di oblio e di indifferenza. Eppure, come  fenomeni dalle ingenti  proporzioni il primo e dalle pesanti conseguenze il secondo, essi meritano un approfondimento critico all’intero della società. Il romanzo di Luciana Capretti, Ghibli (2004), mostra questi due eventi strettamente collegati, come facce della stessa medaglia, all’interno dei complessi rapporti tra l’Italia e la Libia. Dal 1938 vennero inviati nella colonia nordafricana circa ventimila coloni italiani, i quali si stabilirono felicemente nel nuovo territorio, attratti dalla sempre più crescente economia petrolifera, che lì aveva il suo snodo nevralgico. La cacciata del 1970, tuttavia, provoca un’emigrazione a ritroso, raccontata dall’autrice con gli stessi termini che oggi, troppo spesso, ricoprono la cronaca dei disastrosi arrivi delle carrette del mare, con destinazione proprio la Sicilia. Questo scenario consente di leggere l’esperienza dei migranti italiani nella duplice chiave di “emigranti dal” e di “immigrati nel” loro stesso paese, di «estranei in patria», senza un luogo fisso di appartenenza. I luoghi protagonisti di questo esodo sono ancora le coste siciliane, nello specifico Palermo, luogo di partenze e di speranze di un avvenire florido e benestante, e allo stesso tempo luogo di ritorno, su imbarcazioni di ventura, nella clandestinità. E la Sicilia ancora lì, pronta ad accogliere. 

  1. Il ritratto paesaggistico della Sicilia in Leonardo Sciascia

Giuseppe Celano tobogan1@tiscali.it

Lo spazio paesaggistico siciliano si fa infinito, aspro, reale e lirico nelle descrizioni di Leonardo Sciascia, che utilizza colori, aggettivazioni e forme geometriche purgati di ogni inutile orpello. L’attaccamento al dato naturale e alle strutture organiche dell’immagine produce un codice e un linguaggio dall’alto tono lirico.  Il colore delle sue opere assume ritmi che si fanno ora teneri ora gravi e tendono a riunire i molteplici elementi del paesaggio (clima, cromatismi e forme), in un gioco sapiente di chiaroscuro, portando all’integrazione degli eccessi del sole con le ombre del sottobosco. La descrizione sciasciana del potere si materializza talora nella stessa natura, il paesaggio stesso diventa materia dello scontro tra bene e male.

                  La realzione avrà l’intento di presentare l’immagine della Sicilia da un punto di vista paesaggistico attraverso citazioni ed analisi di scritti dell’autore, supportati da sequenze video del documentario del 1970 prodotto in collaborazione con lo scrittore, giornalista e documentarista cinematografico e televisivo Folco Quilici “La Sicilia vista dal cielo”, “Racalmuto, l’isola nell’isola” di Dario Guarneri. La complessa identità di questa regione; una terra che ha visto la presenza di popoli, lingue e civiltà che qui si sono riversate ed incrociate, la cui presenza è ampiamente documentata da templi e monumenti, proprio a testimoniare la loro sovrapposizione al centro del Mediterraneo in oltre diecimila anni di storia.

  1. GIÀ INCORPORATA IN UNA SESSIONE Contrasto tra vita e forma: Lo Zen in Pirandello 

Federico Astolfoni (didattica@babilonia.it )

La dicotomia tra vita e forma, così come il relativismo psicologico e conoscitivo, e l’incomunicabilità dell’individuo, sono tutti temi pirandelliani che conosciamo bene nelle sue opere teatrali e nei suoi romanzi. Ufficialmente tali tematiche sono considerate influenzate ed ispirate dalla filosofia irrazionalistica di Bergson. Tuttavia le corrispondenze tematiche con la spiritualità orientale, in particolare con il buddhismo Zen e col Taoismo, sono forti ed evidenti a chiunque abbia avuto occasione di approfondirne i principi. 

Nella sessione si cercherà di dimostrare come le tematiche principali di Pirandello siano esattamente le stesse che si trovano in molte religioni e scuole esoteriche orientali, perché il rapporto tra l’uomo come individuo  e l’uomo come società è stato indagato profondamente in varie culture, in vari tempi, coi medesimi risultati, perché la realtà ultima è solo una, o nessuna, o centomila.

30 GIÀ INCORPORATA IN UNA SESSIONE Quando “icona” è davvero al femminile.

Elisa Pianges (BABILONIA – Centro Studi Italiani – Taormina) (epianges@hotmail.com)

Topazia Alliata e Anna Akhmatova: da muse pittoriche a icone di libertà. Due esempi di forza innovativa, una spinta al cambiamento che solo le donne sembra riescano a dare in alcune società, pur rimanendo sempre ancorate a certi valori tradizionali e atavici, come l’essere madre, moglie e cittadina, che in luoghi geografici come la Sicilia e la Russia sembra non possano mai essere scalfiti.

Nate entrambe da nobili famiglie, educate alla libertà di pensiero (Rudolf Steiner, Lev Tolstoj) e con un profondo amore per l’arte. Mecenati e muse ispiratrici di pittori come Renato Guttuso e Amedeo Modigliani, appaiono oggi ai nostri occhi come fossero loro stesse poesia e ispirazione in tempi bui. Definizione di gender ed etichette di femminismo questa volta sembra che non bastino. Entrambe sono esempio di un universalismo che si rivela in una continua dimostrazione di esserci, pensare e agire in maniera coerente.

  1. GIÀ INCORPORATA IN UNA SESSIONE Sicilia, viaggiatrice d’oltremare nel passato, madre buona ed accogliente nel presente

Ketty Scarcella (kettyscarcella@yahoo.it)

In un mondo che alza muri e chiude le frontiere, Lampedusa   rimane l’ultimo lembo di terra italiana ad incarnare l’essenza più pura dell’accoglienza. Gente normale, quella che regolarmente accoglie chi viene dal mare in cerca di una vita lontana dall’oppressione; Uomini, donne e bambini di colore e cultura diversi, gente che nella disperazione cerca conforto , affidando la propria esistenza  a chi come loro vive ancorato al mare. Una disperazione che li accomuna. Disperati che vengono accuditi da chi, ogni giorno, fa i conti  con la tragedia e con l’indifferenza politica dell’Europa.  Sono proprio loro i protagonisti del film Fuocoammare, di  Gianfranco Rosi. Un omaggio ad un popolo che ha già vinto il silenzioso Nobel della generosità.  Una piccola comunità che allarga le braccia a tutti coloro che negli ultimi vent’anni sono scappati da guerra e fame, testimoni di una delle più grandi tragedie umane dei nostri tempi, quello che potremmo definire l’olocausto del Mediterraneo. Un’emergenza ignorata da tutti, che l’Italia ma soprattutto la Sicilia ha dovuto risolvere in solitudine. Quella stessa Sicilia dai tratti greci, romani, arabi, normanni; Scenario privilegiato sul Mediterraneo di incontri tra popoli;  Madre buona e comprensiva che accoglie tutti allo stesso modo, un tempo Viaggiatrice d’oltremare in cerca di fortuna, oggi Madre buona e comprensiva che accoglie dolcemente tutto ciò che viene dal mare.

  1. Sicilia: sul mito, le mistificazioni e i giochi di specchi

Alessandro Adorno (director@babilonia.it )

Sulla Sicilia è stato scritto tutto e di tutto.

Perché si è scritto così tanto? Perché questa gara a darne una definizione identitaria, spesso stereotipata e, a tratti, persino geo-somatica e para-lombrosiana? Questo paper si pone l’obiettivo di approfondire le origini di questa corsa alla rappresentazione e alla definizione dell’immagine della Sicilia e dei siciliani.

                  Ognuno ha cercato una “sua” idea di Sicilia, come mondo interiore ed ispirazione artistica, non tanto nella realtà, quanto nella sua rappresentazione. Nel corso di poco più d’un secolo sulla Sicilia si è prodotta una grande quantità di stereotipi, spesso in contraddizione tra loro, alcuni dei quali rifiutati dalla popolazione locale, ma in altri casi incorporati e adoperati in gran copia. 

                  E’ corretto interpretare tutte queste diverse facce come identità diverse? Oppure sono soltanto le diverse “rappresentazioni” di un’immagine multipla, filtrata dai media, prodotta altrove e proiettata sulla Sicilia intendendo per “rappresentazione” il principio secondo cui ciò che vediamo è essenzialmente ciò che noi vogliamo vedere? Forse perché, parafrasando Sciascia, il cinema (e la letteratura) si interessa della Sicilia perché la Sicilia è cinema (e letteratura)?

Dicono gli atlanti che la Sicilia è un’isola e sarà vero,

gli atlanti sono libri d’onore.

Si avrebbe però voglia di dubitarne, quando si pensa che al concetto di isola corrisponde solitamente

un grumo compatto di razza e costumi,

mentre qui tutto è mischiato, cangiante,

contraddittorio, come nel più composito dei continenti.

Vero è che le Sicilie sono tante, non finirò di contarle.

Vi è la Sicilia verde del carrubo, quella bianca delle saline,

quella gialla dello zolfo, quella bionda del miele,

quella purpurea della lava.

Vi è una Sicilia “babba”, cioè mite

fino a sembrare stupida; una Sicilia “sperta”, cioè furba,

dedita alle più utilitarie pratiche della violenza e della frode.

Vi è una Sicilia pigra, una frenetica; una che si estenua

nell’angoscia della roba, una che recita la vita

come un copione di carnevale.

Una, infine, che si sporge

da un crinale di vento in un accesso di abbagliante delirio… (Gesualdo Bufalino)

  1. A tavola con “Il gattopardo”

Valeria Fusco, Università per stranieri “Dante Alighieri” Reggio Calabria, valeria.fusco @hotmail.it 

Gesuado Bufalino, scrittore di affascinanti storie siciliane, disse che “bisogna essere intelligenti per venire in Sicilia”. Quell’intelligenza intesa come capacità  di comprendere una diversa cultura fatta di contraddizioni, passionalità, religiosità, in una parola il fascino dell’eccesso. Quell’eccesso che si manifesta a cominciare dalle caratteristiche climatiche del territorio, arido e pietroso all’interno quanto rigoglioso e colorato sulla costa. Lo storico inglese Trevelyan narra che addirittura Garibaldi, prima di prendere Palermo con i suoi Mille, affacciandosi sulla “Conca d’Oro”, subì il magico fascino del microcosmo siciliano, paragonandolo ad “un pane con la mollica morbida e la crosta dura”. In una terra dominata da tali contrasti, la sensibilità dell’uomo si affina sconfinando quasi nel trascendente. Ecco la fortuna di tante opere siciliane, in testa “Il gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Qui tutti i personaggi, a iniziare dal protagonista, il Principe di Salina, sono autentici, in quanto autobiografici, così come lo sono anche i luoghi, gli oggetti, gli spazi, i paesaggi, rievocati con piacere struggente. Mi piacerebbe proporre una lettura un po’ trasversale di questo romanzo, rivolta proprio a ritrovare le sue antiche ricette, le pietanze, la tavola: le magistrali descrizioni di Tomasi di Lampedusa ci trasportano quasi fisicamente nelle sale da pranzo sontuosamente apparecchiate e ci fanno assaporare le aristocratiche portate dei pranzi a Donnafugata, del buffet a Palazzo Ponteleone, ma anche l’ umile ragù che sobbolle a casa di Padre Pirrone: sapori antichi, ma ancora tutti da gustare!

  1. GIÀ INCORPORATA IN UNA SESSIONE Re/counting Immigration and Death in Today’s Mediterranean: The Teatro delle Albe’s play Noise in the Waters

Teresa Fiore, Montclair State University, New Jersey, fiorete@montclair.edu

This paper addresses the dramatic reality of the Mediterranean as a liquid cemetery through the analysis of a politically and emotionally engaging play, Rumore di acque/ Noise in the Waters (2010), by the Ravenna-based company Teatro delle Albe and the Sicilian Fratelli Mancuso duo. My reading of the play focuses on its powerful ability of recounting the otherwise anonymous stories of migrants traversing the Mediterranean through a stark criticism of the sterile operation of collecting data (counting) about them. The paper will provide an introductory snapshot of the history and current situation of the Mediterranean crossings and will then move to an analysis of the play both as a text and a performance. While masterfully combining a dark satire of the institutions and individuals involved in “contare” and a lyrical rendition (“raccontare”) of the desire and death experienced by the migrants, the play’s fabric is interwoven with a penetrating musical and vocal accompaniment (“cantare’). My interpretive lens is inspired by the Sicilian singer Rosa Balistreri’s famous song “Cuntu e cantu,” in which the act of counting/recounting (“cuntari” in Sicilian) is intrinsically related to chanting/singing (“cantari”) as a political tool of denunciation and self-empowerment, which Noise adopts in equally poetic and ethical ways. In the paper’s conclusion, the play will be read vis-à vis other artistic projects that have brought attention to the tragedy of the Mediterranean (the documentary Fuocoammare by Gianfranco Rosi, Salvo Galano’s underwater photography project “starS,” among others) in order to interrogate the complex meaning of human mobility in our globalized era from a human/istic perspective.

  1. What ‘Italianness’? The Concept of Home in John Fante’s Wait Until Spring, Bandini, Joseph Tusiani’s In una casa un’altra casa trovo and Igiaba Scego’s La mia casa è dove sono

Francesco Chianese, f.chianese@gmail.com

Home is a crucial element of traditional Italian culture, which needs to be reconceptualised in accordance to a new axiology in relation to the Italian experience of migration. In my paper, I will build a discourse between three diverse examples that relate to the concept of home and migration within contemporary Italian culture. The first is the autobiographic novel of Italian born Somali writer Igiaba Scego, La mia casa è dove sono (2010), which addresses issues concerning the recent second generation Italian born children of African origins who attempt to make a new home in Italy. The second example is In una casa un’altra casa trovo (2016), autobiography of Italian poet Joseph Tusiani, who has migrated to the United States to join his father and rebuild his family nest. The third is the earlier novel from John Fante, Wait Until Spring, Bandini (1938), in which the writer narrates his experience as a son of Italian immigrants to Colorado. All the books mentioned represent home in a reflection that involves family and an identity suspended between two distinct cultures. In Fante, home is a place to escape from in order to become a true American, but the protagonist also identifies it as the house his father will never buy and the failure of his American dream. Tusiani’s idea of finding a home in his new home closely resembles Scego’s advanced feeling of belonging, according to which, her home is anywhere she is, recalling her mother’s nomadic childhood. At the extreme of the most recent definition of Italy, seen as a land of emigration and immigration, in the cases considered Italianness is continuously rewritten from different perspectives. Within this wider understanding of Italian culture, my aim is to identify a hybrid cultural space that leads to a truly transnational and transcultural concept of Italianness, in which Scego’s notion of “scrittura meticcia” (2012) finds its place.

  1. ALLA RICERCA DI UN’IDENTITÀ SICILIANA 

Roberta Barni, Universidade de São Paulo, rbarni@usp.br

Se definire il concetto di identità è in sé un compito complesso, definire un’identità italiana o addirittura siciliana lo è ancor di più. Tra gli stessi siciliani le prospettive sulla Sicilia sono molteplici e svariate. Dal “continente in miniatura” di Braudel, sorgono diversi termini nell’intuito di rivendicare determinate peculiarità nella costruzione della propria identità. Secondo Sciascia la spiegazione delle peculiarità siciliane va cercata nella storia, e da qui fa derivare il termine sicilianismo. Dall’ottocentesca ideologia sicilianista, volta a garantire l’edificazione stessa dell’identità specifica e ad affermare il prestigio dell’isola nel Mediterraneo, si arrivano a sistematizzare diverse tendenze e ideologie identitarie, che approdano a un vero e proprio lessico identitario, come testimoniano i termini sicilianismosicilitudine e sicilianità, sicilianìa. Sono neologismi che partecipano attivamente al processo identitario, e sono investiti della missione di rappresentare le specificità siciliane, risaltandone le differenze con la cultura continentale. Sfidato dal proprio passato, dal suo senso politico ed origini aristocratiche, il termine sicilianismo rappresenta più una corrente identitaria che una vera e propria definizione di identità, mentre i termini sicilianità e sicilitudine esprimono una condizione più adeguata e coerente con la mentalità del siciliano. Sono vocaboli che sottolineano il coinvolgimento della letteratura siciliana nel processo identitario dell’isola.

  1. Le memorie difficili: le autobiografie intellettuali

Adriana Iozzi Klein, Università di San Paolo – Brasile, adriozzi@terra.com.br

In consonanza con le nuove concezioni teoriche (Lacan; Foucault; Lejeune; Gusdorf), vari studi sulle scritture di sé hanno dimostrato che le autobiografie sono testi che non parlano del proprio autore ma del processo artistico che dà forma al testo autobiografico, mettendo in risalto più i valori letterari delle opere analizzate che le implicazioni gnoseologiche di ispirazione personale. Queste ricerche hanno sottolineato la diversità e l’ampia articolazione delle forme autobiografiche e, insieme, la complessità del soggetto autobiografico (Guglielminetti, 2002). Studi come quelli di Massimo Lollini (2007) o di Attilio Motta (2003), per esempio, rintracciano un originale modello che si ripete in autobiografie intellettuali uscite negli ultimi anni in Italia. In realtà, in componimenti di questo genere spunta, sia pure in maniera diversa, un comune rifiuto del discorso autobiografico in prima persona che abbia in qualche modo un aspetto di compiutezza, rivelando così una sorta di difficoltà del soggetto che scrive autobiografie. Questa rinuncia alla scrittura autobiografica in prima persona appare in forme che in maniera sia pure diversa manifestano un frequente impulso a tramutare l`io in un Sé come un altro, come direbbe Paul Ricoeur, e quindi a riconoscerlo attraverso le pagine dei libri altrui o in scritti che si collocano al confine tra invenzione e realtà e in cui l’autobiografismo assume caratteristiche spesso discontinue, oblique ed ellittiche, come nel caso dello scrittore Italo Calvino. Partendo dall’analisi di testi situati su una frontiera indefinita tra finzione, saggio e autobiografia, ci si propone ad arrivare all`identificazione di alcuni elementi per la riflessione sui generi auto/biografici che hanno acquisito negli ultimi anni notevole importanza nei dibattiti sulle forme letterarie contemporanee.

  1. From the Altar to the Tavern: Food in Olindo Guerrini’s Verist poetry

Daniele De Feo, Princeton University, danieled@princeton.edu

As Mauro Novelli states, Olindo Guerrini for fifty years or more was amongst the favorite poets in Italy, if not the favorite. Admirer and friend of Giosuè Carducci, Guerrini’s first collection of poems, Postuma, outsells the Odi barbare (both published in 1877) garnering him great success.  In his non-poetic works, such as La tavola e la cucina nei secoli XIV e XV (1884), the poet exalts a society in which gastronomy is given its proper place of prominence in sensory discourse as well as in artistic endeavor. Many of his literary writings follow suit: food, in its terrestrial and mundane nature becomes poetic matter.  This paper will look at four different poetic collections written by Guerrini’s cast of psuedonyms: Postuma (1877), Nova Polemica (1878), Le rime di Argia Sbolenfi (1898), and Sonetti romagnoli (1920), in order to illustrate how food accompanies the poet through hedonism, love and its dissolution, while taking on a spiritual and poetic significance. In many cases food is humor, and in others it is literary ideal, but it is also for the first time in his production regional pride and even class warfare. 

  1. Il Racconto della Sicilia per un viaggio nel gusto della cucina siciliana.

Sandra Radicchi, radicchi.siena@gmail.com

Questo intervento intende offrire allo sguardo del turista consapevole dei punti di osservazione per scoprire il fascino della Sicilia. Tracceremo, allora, il percorso di un viaggio, con varie tappe sui “giacimenti gastronomici”, frutti della natura e della creatività dell’uomo. E siccome l’essenza di un luogo si rivela compiutamente attraverso dinamiche esperenziali nel territorio, “toccheremo” dapprima la Sicilia attraverso narrazioni emozionali di scrittori, giornalisti, artisti, anche siciliani. Parleranno, così Oscar Wilde, Sigmund Freud, Guy de Maupassant, Guido Piovene, Osvaldo Bevilacqua, Franco Marcoaldi, Luisa Adorno, Anna Tasca Lanza. Successivamente, dalle osservazioni sulla bellezza del paesaggio, delle tradizioni e dello stile di vita siciliano, passeremo alla cucina, consapevoli che la degustazione dei piatti e dei vini di un territorio coinvolge il turista in un percorso multisensoriale dove i diversi gusti, profumi, colori e forme dei prodotti gli faciliteranno la comprensione degli aspetti storici, artistici e della vita quotidiana del luogo. Il loro ricordo fisserà il ricordo dei luoghi visitati. Per questo accenneremo alle caratteristiche delle “varie cucine siciliane”, da quella contadina e di terra, a quella di mare, all’espressione più ricca ed aristocratica (vedi il “farsumagru” o il manzo agglassato), alla cucina di strada. Ci troveremo così fra i sapori del cuscus e del tonno, del pesce spada e del pesce stocco, della pasta alla Norma e con le sarde, delle carni grigliate, nel “maccu” e nel trionfo dei dolci come il bacio pantesco, la cassata, la cubbaita e la pasta reale. 

  1. Windows on the World: Female Slavery and the Mediterranean Grand Tour

Tessa C. Gurney, High Point University (High Point, North Carolina), tgurney@highpoint.edu

Between 1550 and 1650, Italian theater managed the threat of the “Turkish menace” by addressing themes of piracy, slavery, and captivity in a genre that I have identified as comedy of conflict. Though theater had traditionally been anything but a feminine space, the nature of the Turkish comedy necessitated that women appear onstage. The genre had adopted a tradition of explaining a woman’s extended absence by associating it with a period of servitude; when these women were free and reunited with their families, they could not return to their traditional place in society. 

It is my contention that the subgenre comedy of conflict played a significant role in the furthering of gender equality in Italian theater, its Turkish topoi allowing for the character development of women. Female characters’ positions as slaves allowed them not only social but geographic mobility. No longer were women confined to windows, doorways, and walks to church, they were given the liberty—ironically, through servitude—to travel the vast Mediterranean in an early iteration of the grand tour. By the time that Giovan Battista Andreini’s comedic troupe is performing La sultana in the 1620s, female roles are altogether different. Women drive the action of the play, serving as active agents. They are highly intellectual; because of their years in captivity, they are often able to speak a variety of different languages, using those linguistic abilities to their advantage. 

  1. Gesture in Language Classes of Italian: The Voice of the Students vs. the Voice of the Instructors in Canada and Italy.

Giuliana Salvato, University of Windsor, Ontario, Canada, gsalvato@uwindsor.ca

An area that is still open to further investigation examines the reasons why the pedagogy of Italian, a gesture-rich language, dedicates little attention to target nonverbal structures. Without doubt, this situation limits the understanding of the functions and meanings of nonverbal behavior in communication and perpetuates stereotypical views.

In order to contribute insights into the perception of gesture and body language in two learning settings, we asked the opinion of Italian language classes in Italy, the target language community, and of Italian language classes in Canada, the foreign context. Besides the difference of settings, we aimed to compare teachers’ vs. students’ perception of nonverbal behavior in class and of a selection of Italian gestures. 

For this study, we distributed a questionnaire to about 230 participants including students in different levels of proficiency and their instructors. The questionnaire asked what role participants attributed to nonverbal behavior in Italian communication and whether they viewed it as a pedagogical tool only or as a linguistic and cultural trait as well. 

This presentation offers a first analysis of the data, which suggests that context of learning and the dichotomy teachers vs. students are important variables to account for in the examination of the cultural, communicative and pedagogical functions of nonverbal behavior in Italian language classes. 

Kendon, A. (2004). Gesture: Visible Action as Utterance. Cambridge: Cambridge University Press.

Gullberg, M. (2014). Gestures and second language acquisition. In C. Müller, S. Ladewig, A. Cienki, E. Fricke, D. McNeill, & S. Tessendorf (Eds.), Body – Language – Communication: An International Handbook on Multimodality in Human Interaction (pp. 1868–1875). (Vol. 2). Berlin/Boston: Mouton de Gruyter.

McCafferty, S. G., & Stam, G. (Eds.) (2008). Gesture: Second Language Acquisition and Classroom Research. London: Routledge.

McNeill, D. (2005). Gesture and Thought. Chicago: University of Chicago Press.

Salvato, G. (2015). Looking Beyond Words: Gestures in the Pedagogy of Second Languages in Multilingual Canada. NewCastle: Cambridge Scholars Publishing.

  1. Verismo – Neorealismo – Nuovo realismo. Transcultural aspects in the work of Giovanni Verga.

Dagmar Reichardt, Latvian Academy of Culture LAC, Riga/Latvia, dagmarreichardt@hotmail.com

The kaleidoscopic work of the Sicilian writer Giovanni Verga (1840-1922) marks a shift both in a great period of Italian and European literature, but also in the cultural history of the Western world. This paper is meant to present the main results from a forthcoming academic collection about the input of Verga’s thought and texts (Reichardt/Guzzetta 2017), by arguing that Verga’s œuvre is definitely to be included and enhanced within the frame of world literature – not only because Verga was just the leading Sicilian verista, but also because of his philosophic and aesthetic innovations that echo in Italian culture throughout the 20th century until nowadays.

In order to analyze the historical impact of Verga’s novels and short stories, I will give short examples taken from I Malavoglia (1881) and Cavalleria rusticana (1880), by focusing also on Luchino Visconti’s film adaptation La terra trema (1948) and on Pietro Mascagni’s world-famous opera Cavalleria rusticana (1890), thus tracing a chronological development leading from Verga’s Verismo to the neorealist cinema of the 1940ies/1950ies and finally to the current debate about New Realism originating from Maurizio Ferraris’ Manifesto del nuovo realismo (2012) that confirms the topicality of Verga’s veristic approach and transcultural potential.

  1. Medicalizzazione e addomesticamento: la rappresentazione del corpo nel Neonoir italiano 

Barbara Martelli, University of Auckland, New Zealand, bmar319@aucklanduni.ac.nz

Il tema principale della mia ricerca è il Neonoir italiano, una corrente della crime fiction esplosa a partire dai primi anni ’90 che ha collocato l’Italia all’interno di un fenomeno mediatico internazionale di crescente successo di pubblico e critica. In questo intervento, analizzerò la forza motrice di questa narrativa, il delitto e più precisamente il suo prodotto, il cadavere, come chiavi essenziali per comprenderne la fortuna e le funzioni socio-culturali. In particolare, considererò come l’attuale rappresentazione del cadavere sia il prodotto di una svolta, al contempo estetica ed epistemologica, che ha portato dalle forme di spettacolarizzazione della morte verso il progressivo affermarsi dello sguardo clinico-anatomico della medicina occidentale. L’attuale disponibilità non solo delle pratiche autoptiche, ma più in generale delle tecnologie mediche, ha trasformato la nostra percezione e narrazione del corpo, vivo o morto, nella direzione di una crescente trasparenza e reificazione. Il Neonoir riflette la pervasività della rappresentazione di un corpo non solo dissezionato e visualizzato, ma anche largamente medicalizzato. L’altro capo del filo di Andrea Camilleri, Anna di Niccolò Ammaniti, e la serie televisiva Gomorra saranno esaminati come esempi di noir italiano, contemporaneo e di successo, dove è possibile rintracciare questo tipo di rappresentazione. 

  1. GIÀ INCORPORATA IN UNA SESSIONE Practising Spoken Language Skills Through Web-based Interactive Poetry Appreciation

Sabina Sestigiani, Swinburne University of Technology, ssestigiani@swin.edu.au

This paper presents the early findings of a web-based Italian poetry appreciation project jointly ventured by Swinburne University of Technology and the University of Geneva. The project is supported by a speech enabled Computer Assisted Language Learning (CALL) application based on the University of Geneva’s Regulus Lite platform. Through CALL an experimental application called IAPETUS (Interactive Appreciation of Poetry: Education, Teaching and Understanding System) has been developed. IAPETUS is designed to help language students improve their spoken language skills through poetry. In practice, students listen to poems online, read the texts, view translations, and experience poetry recitation interactively. A speech recogniser provides students with instant feedback. The project was devised in order to explore new and engaging ways to encourage students of Italian to approach and appreciate second language learning. Early findings show that the twin combination of web-based technology and poetry does indeed motivate students to meaningfully engage with language learning: hearing and repeating verses fosters the process of “the will to know” (St Augustine) motivating students to learn unfamiliar words.

  1. The fragile past of a concrete business: Tracing the history of the Milan Paving Company of Melbourne, circa 1936–1966

Simone Battiston, Swinburne University of Technology, sbattiston@swin.edu.au

Tracing the history of the Milan Paving Company, a concrete paving company that operated in the Melbourne area from the middle of the 1930s to the middle of the 1960s, provides the opportunity to study one of the many small-to-medium size businesses owned and ran by Italian migrants from the Friuli region, several of whom specialized in terrazzo, mosaic, and concrete paving products and worked in the fast-expanding building and construction industry sector in Australia throughout the Twentieth Century. In spite of the several lacunae existing amid the few surviving historical records, the history of the Milan Paving Company can still be traced through a multi-level approach, including microhistory, and through the analysis of different sources and perspectives, i.e. oral, migrant and business history. By examining this company’s history, this paper delves into the complexities of historicizing migrant businesses and migrant lives. Socio-economic factors, craftsmanship traditions as well as the broad settlement experience of individuals, families and collectives, this paper argues through the case study of the Milan Paving Company, may have critically contributed to the rise and fall of migrant-run businesses.

  1. GIÀ INCORPORATA IN UNA SESSIONE La rappresentazione del colonialismo italiano nella narrativa di Andrea Camilleri.

Franco Manai, The University of Auckland, f.manai@auckland.ac.nz

Nella letteratura italiana solo di recente c’è stato un ritorno di interesse per l’avventura coloniale italiana in Africa nonostante la storiografia fin dagli anni ’50 avesse ricostruito in modo complessivo e critico le vicende politiche, militari, sociali e etiche della presenza italiana in Africa, sfatando definitivamente il mito degli italiani brava gente, fondamentalmente in armonia con tutti gli altri popoli, perché, provenendo da una realtà nazionale tanto male in arnese, non  sarebbero mai stati in grado di costituire una minaccia per nessuno, né povero né ricco.  

La discesa in campo di alcuni scrittori, anche molto popolari, ha dato un importante contributo al diffondersi di una nuova consapevolezza che comunque fatica a mutare o a contrastare a livello popolare i miti tramandati nella memoria collettiva, e quelli ancora più forti insorgenti dalla paura delle nuove ‘invasioni barbariche’ degli extracomunitari.  Questo intervento si incentra sui due romanzi di Andrea Camilleri, La presa di Macallé  e Il nipote del Negus che nel contesto di una costruzione della memoria collettiva italiana vengono presentati come opere di grande importanza e di impatto decisamente positivo.

  1. Poetic Identity and Community in Veronica Franco’s Terze rime 3

Marilyn Migiel, Cornell University,  marilyn.migiel@cornell.edu

Following upon my analysis in “Veronica Franco’s Gendered Strategies of Persuasion: Terze rime 1-2” (see 2016 Italian Issue of MLN), this conference paper focuses on Terze rime 3-4 and asks us, once again, to rethink the frameworks used thus far to understand Veronica Franco’s poetry. In contrast to other readings of poem 3, “Questa la tua fedel Franca ti scrive,” I argue that this poem is not primarily “an intimate, personal confession of love and desire” (Margaret Rosenthal’s view), nor is it primarily about “correct[ing] the tradition of the absent lady typically considered cruel because of her silence and indifference” (Sara Adler’s view), nor is it primarily about accepting martial and aggressive imagery by taking it into the salon and the bedroom (Patricia Phillippy’s view). Rather, I see poem 3 as a poetic manifesto, a statement about the terms of Franco’s poetic identity. In particular, I highlight the moments in which Franco presents herself as Orpheus-like, and ask what it means for Franco to liken herself to this poet par excellence, given that to be like Orpheus means also to be threatened with loss, isolation, renunciation of sexuality, and dismemberment. I argue that in poem 3, Franco acknowledges the alienation that comes with being a masterful poet on the model of Orpheus while also striving to emphasize the community and connections that would temper this alienation.

  1. GIÀ INCORPORATA IN UNA SESSIONE “…gay ti viene proprio male…continuate a dire frocio…”. La variazione diastratica e il politicamente corretto nella lingua del film Perfetti sconosciuti (P. Genovese, 2016) 

Ettore Marchetti, University of Exeter, UK, emisterx@gmail.com

La lingua usata nei dialoghi cinematografici è diventata ormai stabilmente uno specchio abbastanza attendibile sia del modo di esprimersi dei parlanti nella quotidianità, sia della complessità che caratterizza l’italiano contemporaneo. Tale complessità è alimentata, ad esempio, dai mass media, che sono spesso dei contenitori di elevata eterogeneità linguistica in cui spesso si ritrovano ad interagire parlanti di diversa estrazione sociale, di diverse origini geografiche e nelle circostanze più disparate. La diafasia, cioè la dimensione di variazione riferita alla situazione, e la diastratia, che dipende invece dallo status sociale e professionale, sono assi fondamentali del cambiamento linguistico. Il presente intervento analizza la lingua di Perfetti sconosciuti (P. Genovese, 2016), evidenziando la maggiore influenza della diafasia sul ruolo sociale dei personaggi nel loro modo di esprimersi. Strettamente connessi alla variazione diastratica, gli altri aspetti esplorati da questo studio sono il modo in cui le dinamiche linguistiche del film affrontano l’omosessualità e la maniera in cui traducono atteggiamenti contraddittori, più o meno consapevoli, nei confronti di questa tematica, in genere considerata scomoda dall’opinione pubblica. 

                  Attraverso una buona ricostruzione delle caratteristiche salienti dell’italiano dell’uso medio, Perfetti sconosciuti delinea l’identikit di un parlante che vira verso tratti medi o medio-bassi in funzione del contesto comunicativo. La diafasia è una variabile più influente della diastratia, determinando, a volte anche drasticamente, l’abbassamento di formalità e di registro degli appartenenti a strati sociali alti o medio-alti. Il cortocircuito dell’uso della lingua in relazione all’omosessualità è un ulteriore tassello che rende i dialoghi di Perfetti sconosciuti degni di analisi, e che testimonia la rilevanza della lingua stessa, non minore di quella di altre componenti del film.     

  1. Le parole italiane dei movimenti migratori

Maja Bezić – Snježana Bralić, Università di Spalato (Croazia), mbezic@ffst.hr / sbralic@ffst.hr 

Da quando l’Italia è diventata paese d’immigrazione, intorno alla metà degli anni Novanta, lo spostarsi e il migrare hanno dato il proprio contributo al lessico italiano che nel corso degli ultimi decenni ha sostituito i termini e le espressioni inizialmente offensivi e degradanti con un modo di comunicare ufficiale. Quando gli immigrati erano ancora pochi, venivano etichettati come vu’ cumprà, lavavetri, marocchini, mentre nel linguaggio burocratico sono stati creati i termini come extracomunitario, irregolare o clandestino. Oggi nei media si parla piuttosto di emergenza dell’immigrazione e di migranti per costrizione, immigrati, rifugiati, profughi, richiedenti asilo o candidati all’asilo che danno vita a un fenomeno nuovo relativo alle migrazioni globali, segnalate da flussi di gente stravolta e disperata, ondate di persone in fuga, naufragi di imbarcazioni cariche di migranti. Dall’altra parte l’Europa e l’Occidente cercano di difendersi dalle folle di immigrati, visti quasi come invasori, chiudendo e blindando le frontiere e restringendo i flussi migratori con leggi, barriere e muri anti-migranti, con il corpo europeo di guardie di frontiera e le quote di immigrazione. Il contributo propone uno studio sincronico del lessico migratorio recente, servendosi di fonti lessicografiche e giornalistiche. Si analizzano le parole e le espressioni formatesi come risultato della crisi migratoria, tratte dalle rubriche di attualità nei quotidiani italiani con lo scopo di studiare la rappresentazione e l’immagine mediatica dei migranti.

  1. GIÀ INCORPORATA IN UNA SESSIONE“Prospettive analitiche sul rapporto tra vita e arte in Pirandello – Sei personaggi in cerca d’autore e Serafino Gubbio operatore”

Elisabetta Carraro, University of Toronto, elisabetta.carraro@mail.utoronto.ca

                  Nell’introduzione all’opera Sei personaggi in cerca d’autore Pirandello riflette su come avvenga per lui il processo creativo e offre validi spunti di riflessione su come tra le sue opere, anche in una produzione di natura apparentemente disomogenea, si possano individuare simboli eternamente ricorrenti. 

                  Analizzando le parole dell’autore riguardo il processo creativo e il loro riflesso nelle sue opere si può individuare la tendenza a un approccio psicoanalitico. Segni di questo approccio si trovano anche nella critica di Pirandello al successo della cinematografia. Infatti attraverso la meccanizzazione dell’arte, la cinematografia -uno dei temi centrali del romanzo I quaderni di Serafino Gubbio operatore– allontana lo spettatore e il lettore dalle emozioni originarie, le passioni che originano l’urgenza artistica, il fulcro emotivo attorno al quale si raggruppano le immagini, quello che in termini psicoanalitici può essere definito complesso.  

                  Possiamo quindi rintracciare nella produzione letteraria di Pirandello un eterno ritorno di caratteri comuni che avvicinano attraverso temi e personaggi simbolici opere apparentemente lontane. Si delineano così delle figure chiave, basate sul concetto di concordanza e sdoppiamento che collegano elementi caratteristici di personaggi diversi ai sentimenti che guidano la penna dello scrittore nella composizione dell’opera. La creazione artistica è sofferta, in bilico tra il tentativo di razionalizzare che porta inevitabilmente alla pazzia e il desiderio di distaccarsi dalle proprie emozioni e di riderne in un disperato abbandono.

  1. Campanilismo among Italian Americans: The Case of Sicilianness in Jerre Mangione’s Works

Stefano Luconi, University of Florence, stefano.luconi@unifi.it

The belated achievement of national political unification in Italy let most inhabitants of this land long retain a regional, provincial or even local sense of affiliation. Such an attitude – which is better known by the term campanilismo, after the Italian word for bell tower – usually confined people’s attachments to their respective hometowns or, as the Italian expression indicates, within the earshot of the bells of their villages.

This attitude was generally replicated among the immigrants who arrived in the United States from different places in Italy between the late nineteenth century and the closing of mass immigration in the mid 1920s. The newcomers usually found it difficult to think of themselves as members of the same ethnic minority and defined themselves by their association with their respective native regions or villages rather than with their country of birth.

This paper draws upon the autobiographical works by Jerre Mangione, the U.S.-born son of Sicilian immigrants to Rochester, New York, and offers a case study of campanilismo. It focuses primarily on Mount Allegro (1943) and An Ethnic at Large (1978) in order to highlight evidence for the maintenance of a Sicilian or an even more localistic identity among Mangione’s relatives and acquaintances.

  1. GIÀ INCORPORATA IN UNA SESSIONE L’approccio conversazionale per lo sviluppo della competenza discorsiva in italiano LS: una proposta operativa 

Roberta Ferroni, Universidade de São Paulo, robertaferronibr@gmail.com

La presente comunicazione trae spunto dal progetto di ricerca (Fapesp 2016/08917-9) e consiste nella presentazione di un percorso guidato che permetta agli studenti di italiano LS, mediante delle attività “coinvolgenti” (Pernas et al. 2011: 132), di acquisire consapevolezza sulle norme discorsive in uso che regolano l’italiano, a partire da una “microscena”, raccolta fra parlanti d’italiano, nel corso di una discussione. 

La progettazione del materiale si ispira al cosiddetto approccio conversazionale (Seedhouse, 2005), approccio che consente agli studenti di osservare le norme discorsive in uso che regolano la lingua oggetto di studio, attraverso l’analisi dei meccanismi conversazionali. 

La proposta operativa è  destinata ad apprendenti d’italiano LS, di livello avanzato, ed è finalizzata allo sviluppo dei segnali discorsivi demarcativi, interattivi e dei meccanismi di modulazione. Queste risorse linguistiche, oltre a consentire di organizzare il testo dal punto di vista dell’articolazione e della struttura argomentativa, contribuiscono ad aumentare o diminuire il grado di conflittualità nel corso della discussione. 

Si conclude che il materiale possa effettivamente costituire una valida risorsa, da usare in classe,  poiché si serve di due variabili, ritenute indiscutibili, per sensibilizzare gli apprendenti alle regole che gestiscono la co-costruzione conversazionale in italiano LS, sono queste: l’esposizione ad un input adeguato e autentico, composto per lo più da conversazioni quotidiane (Gillani; Pernas 2013 e 2014), unito alla presenza di attività didattiche significative e coinvolgenti per l’apprendente (Pernas, et al., 2011). 

  1. GIÀ INCORPORATA IN UNA SESSIONE La poesia patriottica di Lauretta Li Greci, tra echi manzoniani e leopardismo tematico

Marta Riccobono, Scuola Normale Superiore di Pisa,  marta.riccobono@sns.it

È noto che ai moti antiborbonici scoppiati a Palermo nel gennaio 1848, e propagatisi poi per tutta la Sicilia, abbiano preso parte anche le donne, le quali, pur con mansioni diverse, ebbero un ruolo di primo piano nel processo rivoluzionario. Accanto a quelle che imbracciarono le armi, e alle altre che si impegnarono in attività filantropiche, vi furono le donne che espressero in versi il proprio amor di patria, cercando con la propria poesia di infiammare gli animi di cittadini e, soprattutto, cittadine, affinché si votassero alla causa dell’Italia unita. Il mio intervento si propone di indagare la figura poco nota, ma ugualmente ispirata, di Lauretta Li Greci (1833-1849), che nonostante la giovane età fu pienamente capace di esprimere, nei propri componimenti, il suo particolare sentire di donna e cittadina. Purtroppo, la portata del suo impegno artistico e politico è stata sempre eccessivamente ridimensionata dalle storie letterarie, che hanno in genere affibbiato a Li Greci la vaga etichetta di ‘leopardista’. Sebbene nei versi di Li Greci ricorrano topoi tematici indubbiamente desunti da Leopardi, nel mio intervento vorrei tuttavia, attraverso l’analisi ravvicinata di alcuni testi, suggerire per Li Greci un’altra fonte autoriale, quella manzoniana. Mi concentrerò in particolare sul canto In morte di Giuseppina Turrisi Colonna, dove l’adozione di uno schema metrico affine a quello usato da Manzoni nel Cinque maggio e nel coro di Ermengarda potrebbe avere una duplice funzione: da un lato quella di nobilitare l’oggetto del canto, dall’altro quella di conferire alla poetessa l’autorità necessaria a fare sì che la sua voce di donna – specificità di cui Li Greci ha piena consapevolezza – venga ascoltata, risultando pienamente credibile.

  1. Il sé allo specchio: Narrazioni autobiografiche e filosofia dell’ironia

Mario Inglese. National University of Ireland, Galway, mario_inglese@yahoo.com

L’ironia – inclusa l’autoironia – è spesso impiegata nelle narrazioni autobiografiche e autofinzionali in quanto non solo garantisce una presa di distanza dell’io narrante nei confronti dell’oggetto del racconto ma anche perché introduce un elemento di ‘frantumazione’ del soggetto che si racconta (Vladimir Jankélévitch). L’ironia funge così da ‘chiasma’ tra soggetto e oggetto, essendo per sua natura una pratica riflessiva e autoriflessiva. Essa si fonda sulla coscienza di uno sdoppiamento, di una mise en abîme del soggetto narrante. Questa duplicità fa sì che lo stesso prodotto aritistico sia sottoposto a una ‘parabasi permanente’ (Paul De Man), una destrutturazione della logica del discorso artistico.

     Partendo dalla riflessione sull’umorismo condotta da Pirandello, attraverso la lettura di Friedrich Schlegel da parte di De Man, per finire alle posizioni di Guido Almansi, questo intervento ha lo scopo di illustrare alcuni esempi di narrativa autobiografica/autofinzionale italiana contemporanea (in particolare Gesualdo Bufalino e Valerio Magrelli) in cui la specularità delle istanze autobiografiche è accentuata dalla stessa autoriflessività della filosofia e della retorica dell’ironia.

  1. GIÀ INCORPORATA IN UNA SESSIONE A Futurist vision for Palermo:  Benedetta’s Sintesi delle comunicazioni at the Palazzo delle Poste

Erin Larkin, Larkine3@southernct.edu 

Despite the recent vogue in studies on not only Futurism, but also the participation of women in the historical avant-garde, Benedetta Cappa—who in art went only by the name Benedetta—has received relatively little critical attention. This paper examines Sintesi delle comunicazioni, a series of large-scale murals commissioned for Palermo’s Palazzo delle Poste and executed by Benedetta between 1933-1934. Considered together with some of her unpublished essays and speeches from the same era, the Sintesi offer a window onto Benedetta’s radical and very personal brand of Futurism; it is one that privileges not the destructive potential of early Futurist rhetoric, but the creative forces of the universe animating this celebration of modernity, technology and their role in the making of a dynamic new Sicily. 

  1. Mediterranean Voices. Memory, Space, and Identity in Tornatore’s Malena and Crialese’s Terraferma

Simona Wright – The College of New Jersey, simona@tcnj.edu

In her groundbreaking work, Prosthetic Memory, Alison Landsberg asks: “In the face of the dislocations of modernity and postmodernity, how does memory’s role change?” and shortly thereafter “To what extent do modern technologies, such as film, with their ability to transport individuals through time and space, function as technologies of memory?” and finally: “How might individuals be affected by memories of events through which they did not live?”

In my essay, I examine Tornatore’s female protagonist in Malena,  and Crialese’s female bond in Terraferma, exploring these questions and possibly adding new ones as the cinematic manifestations of postcolonial female voices interrogate the past and interpellate our collective historical cosciousness, with its deliberate foreclosures and sheltering amnesia. I utilize the term “prosthetic memory” as originally defined by Alison Landsberg, who argues that “modernity makes necessary a new form of public cultural memory … which emerges at the interface between a person and a historical narrative about the past, at an experiential site such as a movie theater or museum.” 

In Malena and Terraferma, the interface between the personal and the historical happens in a culturally defined space, Sicily, the Mediterranean, at pivotal historical moments, WWII, the turn of the Millennium. There, voices emerge to disrupt the narrative of glorification, commemoration, or exaltation of events whose situatedness needs to be deconstructed and reconfigured. In the process of narrating history, the filmmakers operate critical disturbances, recognizing institutional silences, voids that need to be suspended, interrogated, and sedimented with other memories, presences, and stories. 

  1. Uno studio qualitativo delle strategie di ripresa anaforica negli studenti internazionali: il caso del Programma Marco Polo e Turandot in Italia 

Yang NI, Università per Stranieri di Siena, ni_yang@hotmail.com

Il Programma “Marco Polo” nasce da un accordo bilaterale firmato nel 2006 tra la Repubblica Popolare Cinese e la Repubblica Italiana, per accogliere un certo numero di studenti cinesi che intendono frequentare le università italiane; dal 2009 il programma è diventato Programma “Marco Polo e Turandot”, per includere anche gli studenti che intendono frequentare in Italia le istituzioni artistiche e musicali AFAM (Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica).  

Negli ultimi anni lo studio della lingua italiana è sempre in forte espansione. Gli studenti che provengono da vari paesi del mondo per studiare italiano in Italia sono sempre in aumento, presso l’Università per Stranieri di Siena sono stati accolti più di 5000 mila studenti cinesi coinvolti nel Programma Marco Polo e Turandot dal 2006 fino ad oggi. Questo emergere del nuovo pubblico ha portato e porta tutt’ora a una seria di studi e ricerche in termini di acquisizione della lingua italiana (Rastelli 2010, Bagna 2010, Duso 2012). L’ho definito ancora nuovo non per la semplice presenza dei cinese in Italia, com’è ben noto, la loro presenza in Italia è già un fenomeno molto stabile, ma è legato a un pubblico così numeroso composto dagli studenti che possiedono già una formazione medio-alta in Cina e vengono in Italia per cominciare l’università o approfondire ulteriormente gli studi. Dopo la formazione linguistica, gli studenti intraprenderanno il percorso universitario in Italia, pertanto saranno necessariamente chiamati a interagire linguisticamente nel contesto universitario e le abilità di scritture devono anche essere sviluppate sin dai primi tempi, per poter poi affrontare anche la scrittura accademica durante il loro percorso universitario. 

La proposta prende in esame le strategie di ripresa anforica nelle produzioni scritte di 20 studenti cinesi coinvolti nel programma, tra cui dieci sono del livello B1 e altri dieci del B2. I tipi di testi che verranno trattati solo due, narrativo e argomentativo, che fanno parte delle tre tipologie testuali più importanti, insieme a quello descrittivo. Essendo un lavoro non di tipo longitudinale, vuole mettere in evidenza il rapporto tra le strategie di ripresa anforica e il livello di competenza linguistica, in altre parole, osservare le occorrenze delle strategie anaforiche nei livelli diversi. Dato che la distanza tipologica tra due lingue, italiano e cinese, cercheremo di osservare se esistono delle eventuali interferenze linguistiche. Il fatto che il cinese è una lingua a soggetto e oggetto pronominali nulli farebbe pensare a un ricorso dei pronomi clitici, pertanto questo lavoro permetterà anche di confermare o smentire questa ipotesi. Infine, tenendo presente del numero limitato del nostro campione si cercherà di trarre alcune implicazioni che possano essere utili ai fini di un miglioramento in termine di didattica con il pubblico cinese.  

  1. GIÀ INCORPORATA IN UNA SESSIONE Italian Americans and the Mythology of Crime: “The Godfather Paradox”

Stefano Maranzana, University of Arizona, maranzana@email.arizona.edu

The goal of this paper is to examine different perceptions held by the general American public regarding the portrayal of Italian Americans in cinema and television. The Order Sons of Italy in America (OSIA), the largest and longest-established national organization for men and women of Italian heritage in the United States, denounces the entertainment industry for damaging the collective reputation of Italian Americans. In particular, the OSIA, in its website, charges Coppola’s trilogy The Godfather with being “the principal agent responsible” for promulgating a discriminatory ethnic stereotype that all Italians are criminals, while accusing HBO’s television series The Sopranos for having reinforced this notion. Yet, the authors of these works of fiction, both Italian Americans, maintain that exploring their own ethnic identities led them to utilize the Mafia as a metaphor for American society as a whole. We will see that, not only it is unjust to accuse a movie (or in this case three movies) to be the “the principal agent responsible” for such stereotype, but I would submit that The Godfather has actually helped to mitigate the outright negative image of the Mafioso that was already established in American cinema long before Coppola’s film, turning it into a sort of liminal figure that conveys a positive impression in the minds of the audiences that was missing before. An examination of early American gangster movie stereotyping and scholarship on Italian American studies will substantiate the claim that, in effect, neither The Godfather nor The Sopranos have truly damaged the image of Italians in America. Paradoxically, the Italian-as-a-gangster stereotype has helped Italian Americans to break out of the margins. As Gardaphé put it, The Sopranos was for the new millennium what Dallas was for the 1980s, an evidence that Italian Americans have finally achieved integration in American society.

  1. Title: Practicing Italian through video conferencing with native speakers. A global learning experience.

Morena Svaldi, Mount Holyoke College (USA), msvaldi@mtholyoke.edu

After briefly outlining the theoretical and pedagogical motivations for the use of video conferencing with native speakers for an Intermediate Italian class, I will present the curriculum development project as a way to facilitate regular interactions with native speakers. The presentation will focus on how to design a syllabus and assignments for an Intermediate Blended Italian Course including the video conferencing project with Italian native speakers. The goal of the presentation is also to show how to equip students with the skills to be prepared for more advanced levels, for study abroad and, most importantly, to be independent and life-long learners of language through a global learning experience. I’ll present the detailed preparation of the conversation topics prior to the exchange, application of studied vocabulary and grammar during the exchange, and comprehensive reflections of what students learn from the entire process. My presentation will also focus on how the video conferencing can produce a positive impact on the students’ curiosity for study abroad and for continuing study of Italian. In conclusion, some reflections and student feedback and evaluations will be presented. Comments and constructive ideas from the audience will be solicited in the course of the presentation as well as at the conclusion.